Evoluzione dei tumori, creare gemelli digitali per i pazienti
29.10.2025 – 18.58 – Creare gemelli digitali, ovvero copie virtuali aggiornate in tempo reale, dei pazienti oncologici per prevedere l’evoluzione dei tumori, ottimizzare le terapie e ridurre i rischi legati agli interventi chirurgici. È l’obiettivo a lungo termine di Davide Riccobelli, ricercatore del gruppo mathLab della Scuola internazionale superiore di studi avanzati di Trieste. Il ricercatore ha presentato il suo lavoro oggi in occasione dell’Innovation is Mathemathics organizzato per celebrare i 15 anni di Sissa mathLab, il gruppo di matematica applicata guidato da Gianluigi Rozza.
“C’è ancora molta strada da fare – ha osservato Riccobelli – ma con gli strumenti oggi disponibili possiamo già cominciare a costruire modelli predittivi utili per la pratica clinica“. Il punto di partenza è lo stato dell’arte dei modelli matematici del tumore, che tengono conto di aspetti biofisici complessi. Accanto a questi – è stato spiegato – si affiancano i modelli ridotti, che permettono di simulare il comportamento del tumore in modo più rapido e flessibile e di adattarlo alle caratteristiche specifiche di ogni paziente.
Questi modelli semplificati sono fondamentali per l’addestramento di algoritmi di intelligenza artificiale, capaci di stimare i parametri ottimali per descrivere il tumore di un singolo paziente. Inoltre, consentono di effettuare analisi di incertezza sulle previsioni, migliorando l’affidabilità dei risultati. Predire in modo accurato il comportamento biomeccanico del tumore può contribuire a migliorare la somministrazione dei farmaci e la pianificazione degli interventi.
Il progetto è stato recentemente presentato in collaborazione con l’Istituto Tumori di Milano, con una prima applicazione mirata ai sarcomi. Secondo il ricercatore, un impiego concreto di questi gemelli digitali in ambito clinico “potrebbe diventare realtà in 4-5 anni“. “Le competenze, gli algoritmi e la potenza di calcolo necessari esistono già – ha concluso Riccobelli – ora la sfida è sviluppare il modello biomeccanico più adatto e validarlo su casi clinici reali”.
[e.b.]



