Economia

Europa: la sfida di far fruttare al meglio i risparmi privati

Il risparmio dei cittadini europei come leva per rafforzare autonomia, sovranità economica e competitività del Vecchio Continente. È stato questo il tema al centro del Forum annuale di Aipb (Associazione italiana private banking), svoltosi in una fase in cui l’interdipendenza con gli Stati Uniti e gli equilibri geopolitici globali sono oggetto di profondi ripensamenti. In questa prospettiva, l’associazione ha scelto di concentrarsi su uno degli elementi chiave della strategia comunitaria Savings & Investment Union (Siu), vale a dire la possibilità di trasformare la liquidità oggi detenuta dalle famiglie europee in una risorsa produttiva a beneficio dell’economia reale. Nell’Unione Europea oltre 12 mila miliardi di euro, pari al 41% della ricchezza finanziaria investibile, restano fermi sui conti correnti. Le simulazioni della Commissione Ue mostrano che una loro riallocazione anche parziale verso strumenti di investimento potrebbe generare oltre 1.300 miliardi di euro di nuova ricchezza entro il 2035. Quanto all’Italia, stima un report di Aipb e Prometeia, una riallocazione di 233 miliardi di euro di liquidità che potrebbe generare entro il 2040 un incremento di 154 miliardi di euro di ricchezza, con effetti positivi su Pil, consumi, investimenti, entrate fiscali e riduzione del rapporto debito/Pil. Ne abbiamo parlato con il presidente dell’associazione, Andrea Ragaini.

In che modo l’unione dei risparmi e degli investimenti può favorire una valorizzazione dei risparmi?

“La Savings & Investment Union pone l’investimento produttivo del risparmio delle famiglie al centro di una strategia volta a rafforzare autonomia, sovranità economica e competitività dell’Europa. L’obiettivo principale è la trasformazione della liquidità inattiva sui conti correnti delle famiglie europee in investimenti produttivi. In questo quadro, l’Italia può ricoprire un ruolo rilevante, con un peso del 14% sul totale della liquidità delle famiglie europee. Un nostro allineamento agli standard dei mercati più evoluti (Svezia, Danimarca, Finlandia, Belgio e Spagna) libererebbe fino a 233 miliardi di euro da riallocare in azioni e fondi di investimento, generando, al 2040, 154 miliardi di nuova ricchezza”.

In questo scenario generale, che ruolo possono svolgere i privati detentori di patrimoni importanti?

“Le famiglie private italiane, pur essendo solo il 3% dei nuclei totali, contribuiscono al 36% della liquidità riallocabile, generando un contributo più che proporzionale all’extra ricchezza (49%) e ancora più significativo alla crescita del Pil (0,21%, corrispondenti al 71% totale). Abbiamo, poi, una sfida ulteriore: aumentare la quota di investimenti a lungo termine in economia reale europea sia nei mercati pubblici, che nei mercati privati”.

Il Forum dell'Aipb

Il Forum dell’Aipb 

Quali sono le strade percorribili per centrare questo obiettivo?

“Aipb propone due linee di intervento: una di carattere normativo, per introdurre elementi di semplificazione nella classificazione degli investitori retail, e una di natura fiscale ed economica, con agevolazioni volte a stimolare investimenti azionari europei di medio lungo termine. Infine, abbiamo voluto lanciare una proposta, che abbiamo chiamato ‘Euro Cashback’, per aprire un confronto su modalità innovative di finanziamento delle infrastrutture strategiche europee nei settori della transizione energetica, delle infrastrutture digitali, dei trasporti sostenibili e della ricerca e innovazione”.

Siamo nel mese dell’educazione finanziaria: a che punto è la cultura degli italiani in questo campo?

“Solo il 37% degli italiani possiede adeguate conoscenze finanziarie, un dato inferiore alla media Ue (41%), che a sua volta è lontano da quello statunitense (57%). Questo gap incide direttamente sulla capacità delle famiglie di pianificare il proprio futuro, proteggersi dagli imprevisti e cogliere le opportunità di crescita offerte dai mercati”.

Anche in questo caso, su quali leve agire?

“La consulenza professionale può svolgere un ruolo sociale fondamentale. È il principale strumento per accrescere la cultura finanziaria dei risparmiatori, come confermano i nostri dati: il 91% dei clienti private dichiara che le proprie competenze finanziarie sono aumentate grazie al dialogo con il proprio banker, a conferma che un buon consulente è il primo presidio di educazione finanziaria”.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »