Europa al bivio tra Usa e Cina: torna il talk di Affari&Finanza
Il ritorno di Trump apre a sfide trasversali per le nostre economie e società. Gli Usa non sono più «un alleato affidabile», per dirla con il Nobel per l’Economia, Joseph Stiglitz. Quello di Trump, scrive Stiglitz nell’editoriale in edicola lunedì su Affari&Finanza, «è un tentativo di minare la democrazia e lo stato di diritto». Come affrontare questa minaccia sarà il cuore dell’intervento del premio Nobel, dopo il saluto del rettore della Bocconi, Francesco Billari, al convegno A&F Live di martedì 18 marzo. Sul palco, in una giornata dal titolo “L’Europa a un bivio, tra Cina e Stati Uniti nell’era di Trump”, si confrontano economisti, manager e le firme di Repubblica.
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Il Vecchio continente rischia di essere il vaso di coccio tra le superpotenze americana e cinese. Quella Cina che, racconta Gianluca Modolo sul settimanale economico di Repubblica, per disinnescare i dazi Usa punta sui consumi interni e la diversificazione dell’export, sperando in una distensione dei rapporti con Bruxelles. D’altra parte, anche la bussola europea deve cambiare segno, virando verso Sud ed Est la prua delle sue rotte commerciali. Una virata che, spiega Claudio Tito, si vede anche nella disponibilità ad aprire il portafoglio, a cominciare dalle voci della difesa. Il momento, così difficile, può tramutarsi in una svolta propositiva: i cambiamenti internazionali impongono all’Europa un’accelerazione su riforme, innovazione, sicurezza comune e decarbonizzazione competitiva. Forse, auspica il professor Carlo Altomonte, sarà la volta buona per dare concretezza al Rapporto sulla competitività di Mario Draghi.

Maurizio Molinari racconta le aree cruciali, tra geopolitica ed energia, in cui l’Italia può giocare un ruolo: quella mediterranea, l’Africa Sub-Sahariana e quella dell’Asia-Pacifico: diverse, ma accomunate dalla necessità di sicurezza energetica, stabilità politica e transizione. Certo non è un sentiero agevole quello che si para dinanzi a Giorgia Meloni che, con il macigno del debito e un’industria in crisi – ricorda Massimo Giannini – ripone in archivio le certezze di avere un rapporto speciale con il tycoon. Che la variabile Trump presenterà un conto salato è dato per certo alla luce dell’esperienza della sua prima presidenza: Gianmarco Ottaviano, docente di economia, calcola come la riproposizione di quello scenario ci costerebbe lo 0,1% di Pil.
Ma le sfide geopolitiche atterrano nelle aziende che rischiano di restare sospese nei loro processi di internazionalizzazione. Riguardano la transizione energetica e il percorso verso la decarbonizzazione, di cui parlerà all’evento, tra gli altri, Giovanna Melandri. Le sfide che conosce bene la filiera dell’automotive, stretta tra la concorrenza low cost di Pechino e una difficile transizione da compiere, come dimostra il ripensamento Ue per una maggiore flessibilità sugli obiettivi di taglio alle emissioni. Altro ambito che ci vede contrapposti ai colossi è quello dell’IA. Servono capitali per tenere il passo, quelli che Draghi ha chiesto di mobilitare con uno sforzo comune: della sfida dell’unione del mercato dei capitali parla Federico Freni, sottosegretario al Mef. Senza dimenticare la sfida della sicurezza sociale, in un contesto di invecchiamento che grava sul sistema del lavoro europeo: oggetto dell’intervento della ministra Marina Calderone.
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