“Esposto all’amianto in 31 anni di lavoro:” malattia riconosciuta
Ha lavorato anni per 31 anni come assistente tecnico nella sede di Bari di Telecom Italia, in ambienti contaminati dall’amianto, senza usare dispositivi di protezione. Una esposizione che ha provocato placche pleuriche calcifiche bilaterali. Per questa ragione l’uomo, oggi 82enne, ha ottenuto dal Tribunale del lavoro di Bari il riconoscimento della malattia professionale da esposizione all’amianto, con condanna dell’Inail alla corresponsione della rendita mensile.
A rendere nota la decisione dei giudici è l’Ona, l’Osservatorio nazionale amianto. L’ex assistente ha svolto per 31 anni “mansioni di controllo e collaudo nella rete telefonica, maneggiando materiali coibentati con amianto nella sede della società telefonica a 50 metri dallo stabilimento Fibronit di Bari, noto per la produzione di manufatti in cemento amianto”, fa sapere l’Ona spiegando che “il lavoratore è stato esposto direttamente a fibre aerodisperse durante ispezioni, sopralluoghi e operazioni tecniche, senza alcun presidio di sicurezza individuale”. Il tecnico, riferisce l’Ona, “ha utilizzato per anni, come i suoi colleghi, un telo ignifugo contenente amianto crisotilo, fornito dall’azienda per proteggere materiali durante le saldature: un uso quotidiano che ha aggravato l’esposizione all’amianto”.
“La sentenza dimostra come l’esposizione professionale sia stata per anni sottovalutata, quando non del tutto ignorata, da istituzioni e datori di lavoro”, commenta Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto. “Agiremo – annuncia Bonanni – anche per ottenere il risarcimento dei danni e la maggiorazione della pensione”.