Esposti contro l’audio di Report, Sangiuliano: “Chi c’è dietro?”. Ranucci: “Non è un fatto privato”
Gennaro Sangiuliano e la moglie, la giornalista Rai Federica Corsini, hanno presentato due esposti, uno alla procura di Roma e l’altro a Torre Annunziata, per chiedere ai pm di accertare chi abbia spedito a Report «registrazioni illecitamente carpite e ancor più illecitamente consegnate». Per gli avvocati dell’ex ministro della Cultura si configurerebbe il reato di «interferenze illecite nella vita privata». L’audio in questione è noto: è quello in cui Sangiuliano parla del contratto fantasma di Maria Rosaria Boccia con la moglie e quest’ultima chiede di cassarlo. La trasmissione d’inchiesta di Sigfrido Ranucci l’ha trasmesso domenica sera e per gli avvocati dell’ex ministro a passarlo alla redazione di Rai3 sarebbe stata proprio lei, l’imprenditrice-influencer di Pompei. L’unica ad averlo, essendo l’autrice della registrazione, oltre alla procura. Come giungono i legali a questa conclusione?
Nell’esposto viene raccontato un presunto passo falso di Boccia, che domenica pomeriggio avrebbe riportato sul suo Instagram un dettaglio della trasmissione (i messaggi con l’onorevole di FI Annarita Patriarca) non contenuto nelle anticipazioni diffuse da Report. Per gli avvocati dell’ex ministro sarebbe questo il «clamoroso riscontro all’ipotesi che sia lei la fornitrice di tutto il materiale», perché «non è ipotizzabile un’integrazione del servizio all’ultimo minuto, di domenica e con un servizio già montato». Anche perché, secondo fonti Rai, il direttore degli Approfondimenti, il meloniano Paolo Corsini (finito nel mirino di un pezzo di centrodestra proprio per la gestione del caso) avrebbe chiesto a Ranucci di tagliare la registrazione qualche ora prima della messa in onda, ricevendo in risposta un no, giustificato dall’impossibilità di intervenire all’ultimo. Il servizio dunque era chiuso da tempo.
L’azione giudiziaria dell’ex titolare della Cultura (oggi tornato a viale Mazzini) non è comunque contro la Rai. Ma contro chi ha passato la registrazione al team di Ranucci. Il quale ieri si è difeso, in radio, a Un giorno da pecora. «Gli audio — sostiene il conduttore di Rai3 — hanno un pregio: ricostruire i fatti attraverso le parole dei protagonisti. L’audio “incriminato” non ha nulla di privato». E secondo il giornalista non sarebbe nemmeno «rubato, un aggettivo sbagliato: nessuno ha rubato nulla, è stato Sangiuliano che ha chiamato la signora Boccia». Ranucci ha espresso solidarietà «per le critiche indegne» all’autore del servizio, Luca Bertazzoni, ha denunciato le «minacce di morte» subite e ha raccontato di aver discusso dell’audio anche con l’interessato, Sangiuliano, «a cui mi lega un rapporto di amicizia, e anche lui non mi ha mai posto il problema».
I legali dell’ex ministro contestano questa versione, ricordando la diffida spedita a Report prima della messa in onda. A Federica Corsini ieri è arrivata anche la solidarietà del consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti. Ranucci replica alle critiche così: «Si poteva discutere sulla sensibilità di mandare in onda la voce della signora Corsini, sul valore del contenuto nessuno credo possa avere dubbi». Sulla vicenda è stato presentato un altro esposto ancora: è del capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri. Questo sì mette nel mirino sia Ranucci che la Rai. E anche i dirigenti che avrebbero dovuto vigilare.
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