Esperti, dieta mediterranea diventi materia scolastica – Cibo e Salute
            Per arginare le morti per malattie
connesse alla cattiva nutrizione (100mila l’anno) e il fenomeno
dell’obesità infantile (il 30% dei bambini di 8-9 anni è almeno
sovrappeso) bisogna agire in fretta, in modo incisivo e
duraturo, partendo dalla popolazione più giovane. Ciò può
avvenire “solo inserendo l’educazione alimentare all’interno dei
percorsi scolastici dalle scuole elementari alle secondarie di
secondo grado come materia curriculare, supportando gli
insegnanti con le docenze di biologi nutrizionisti”, ha
affermato il presidente dell’Osservatorio dieta mediterranea
Vito Amendolara in occasione della tavola rotonda “Mediterranean
Diet: a tool for the Agenda 2030” tenutasi nell’ambito del Milan
Urban Food Policy Pact.
   
Secondo Ruggero Lensi, direttore generale Uni – Ente italiano
di normazione e vicepresidente Iso, “la prassi di riferimento
Uni/PdR 170 potrebbe essere usata come strumento per costruire i
percorsi di formazione più adatti ad ogni fascia di età, per
trarre vantaggio di tutti i benefici insiti nella dieta
mediterranea”. La corretta alimentazione, evidenzia il
presidente Lilt Francesco Schittulli, “è uno dei pilastri della
prevenzione primaria. La dieta mediterranea rappresenta un
modello virtuoso, capace di allontanare circa il 30% dei tumori
e ridurre il rischio di patologie oncologiche e non. Serve un
impegno condiviso per tutelare la salute promuovendo la cultura
della sana alimentazione, sin dall’età scolare”. Per questo,
continua, “proponiamo l’istituzione di un tavolo tecnico
interdisciplinare che sviluppi questa strategia di prevenzione a
lungo termine, per tradurre nella concretezza dei fatti queste
aspettative e garantire una più lunga e migliore qualità di
vita”.
   
La figura del nutrizionista, ha evidenziato Vincenzo D’Anna,
presidente Fnob, “ora ha le competenze per gestire progetti
nutrizionali, fare sorveglianza nutrizionale nelle comunità,
valutare la qualità e salubrità degli alimenti, elaborare diete
per persone affette da patologie e – soprattutto – fare
educazione alimentare”. Giovanni Caggiano, Presidente Asmel, ha
evidenziato “il ruolo fondamentale della mensa scolastica”,
citando l’esempio “a metro zero e rifiuti zero”, basato
sull’utilizzo di produzioni agroalimentari provenienti da
territori rurali e da aree interne spesso trascurate.
   
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