Economia

Esercizio abusivo della professione medica per il fisioterapista che fa diagnosi

Scatta il reato di esercizio abusivo della professione medica per il fisioterapista che fa diagnosi e mette a punto il piano terapeutico. La Corte di cassazione respinge il ricorso contro la condanna inflitta al professionista che, sulla base deidisturbi lamentati dai pazienti, individuava il problema e la cura, invadendo così un campo riservato ai medici e ai fisiatri. I giudici di legittimità ricordano, infatti, che la laurea in fisioterapia non consente a chi la consegue di fare diagnosi, ma solo di svolgere, anche in autonomia «attività esecutiva della prescrizione medica».

La legge sulle professioni sanitarie

La decisione è in linea con il profilo professionale del fisioterapista regolato in base alla legge 251/2000 sulle professioni sanitarie, che circoscrive il suo raggio d’azione. Una legge, attuata dal decreto ministeriale 29 marzo 2001, che delinea la figura del fisioterapista «quale soggetto professionale che svolge una propria attività nell’’ambito delle professioni sanitarie riabilitative per la completa realizzazione del diritto alla salute del cittadino». Questo – sottolinea ancora una volta la Cassazione – senza possibilità alcuna di indicare una diagnosi e di fare la prescrizione. Un ruolo ben delineato che non è stato rispettato dal ricorrente che, secondo le persone offese, prendendo atto dei dolori riferiti dai pazienti, aveva individuato i rimedi terapeutici.


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