Escort in cambio di appalti Amiu: tutti assolti per prescrizione, annullata la condanna in appello

Genova. Sono stati tutti assolti per intervenuta prescrizione i sei imputati, tra ex dirigenti di Amiu e imprenditori, coinvolti nell’inchiesta su un giro di escort in cambio di appalti. Lo ha deciso la Cassazione che ieri sera ha annullato senza rinvio la sentenza di condanna d’appello. Gli Ermellini hanno accolto le tesi difensive facendo cadere l’aggravante che riguardava i falsi ritenendo gli atti di determina come atti interni e non pubblici. Inoltre hanno riqualificato la corruzione da propria a quella per l’esercizio della propria funzione.
L’intoppo dei tempi lunghi aveva riguardato in particolare il secondo grado. Prima il collegio aveva chiesto una nuova perizia che era durata un anno. Poi i giudici avevano impiegato 18 mesi per scrivere le motivazioni e a redigerle erano stati magistrati andati in pensione. Quindi la prescrizione era scontata a meno il ricorso presentato dai difensori ( Nicola Scodnik, Alessandro Vaccaro, Alessandro Sola, Paola Pepe, Fiorenzo Celasco, Massimo Ceresa Gastaldo, Emanuele Olcese, Giuseppe Maggioni e Anna Francini) non fosse dichiarato inammissibile. Così non è stato e gli Ermellini a questo punto non hanno potuto fare altro che assolvere tutti in blocco.
La sentenza di appello
La Corte di appello di Genova a ottobre 2023 aveva confermato, seppur con qualche riduzione, le condanne per gli ex dirigenti dell’Amiu, la municipalizzata del Comune di Genova che si occupa dei rifiuti, e alcuni imprenditori che avevano ricevuto appunto gli appalti. Erano state ridotte anche le confische che erano passate da quasi due milioni a poco più di un milione. I giudici si erano presi 90 giorni per il deposito delle motivazioni che sono invece arrivate ad aprile di quest’anno. In particolare, l‘ex responsabile affari generali Amiu Corrado Grondona, che era stato arrestato nel 2014, era stato condannato a 5 anni e sei mesi (in primo grado cinque anni e nove mesi); confermate le condanne a quattro anni e sei mesi per Vincenzo e Gino Mamone; ridotte a quattro anni a Daniele e Stefano Raschellà (da 4 anni e un mese); per Claudio Deiana confermata la condanna a 4 anni e 6 mesi. Per l’accusa l’allora dirigente Amiu avrebbe favorito gli imprenditori amici in cambio di serate al ristorante e con escort per avere appalti per lo smaltimento dei rifiuti. In primo grado era caduta l’accusa di associazione a delinquere ma erano rimaste in piedi le accuse di corruzione.




