Esami di maturità 2026, in arrivo la riforma: addio alla “scena muta” e nuovo format per il colloquio
Il ministero dell’Istruzione e del merito, guidato da Giuseppe Valditara, sta per presentare una revisione degli esami di maturità, con l’obiettivo di modificare la struttura e le modalità di svolgimento delle prove orali. La nuova normativa, che dovrebbe essere approvata in Consiglio dei ministri, entrerà in vigore a partire dagli esami di giugno 2026 e sarà comunicata in tempo alle famiglie e agli studenti con l’inizio del nuovo anno scolastico.
La riforma interviene su due punti fondamentali: si intende porre fine agli episodi di “scena muta” registrati nella sessione 2025, quando alcuni studenti, non rispondendo al colloquio orale, sono comunque stati ammessi grazie ai crediti formativi e ai risultati delle prove scritte. D’ora in avanti, la mancata partecipazione al colloquio comporterà la bocciatura, rendendo obbligatoria la prova orale, che diventerà un elemento imprescindibile per ottenere il diploma.
Il colloquio subirà inoltre un restyling, articolandosi in due parti. La prima rimarrà di carattere disciplinare, mentre la seconda sarà dedicata a valorizzare gli aspetti formativi e personali dello studente, quali il percorso di alternanza scuola-lavoro, il curriculum scolastico, le attività di orientamento, l’educazione civica e lo sport. Secondo quanto dichiarato dal ministro Valditara, queste modifiche puntano a mettere in evidenza la “maturazione complessiva dello studente” in relazione agli anni di studio appena conclusi.
Tra le altre possibili novità, si valuta anche una revisione delle commissioni d’esame, mentre per ora non sono previsti cambiamenti nei criteri di valutazione delle prove scritte e orali.
La riforma della maturità si inserisce in un più ampio quadro di innovazioni previste per l’anno scolastico 2025/26. Tra queste si segnalano l’introduzione del voto in condotta, l’estensione del divieto di utilizzo del cellulare nelle scuole superiori, l’implementazione di tutele Inail per studenti e docenti e un potenziamento del corpo docente specializzato nell’insegnamento dell’italiano per stranieri.
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