Eric Cantona all’Inter, quando Moratti ci provò nel 1995
Se quelle di fine maggio e di giugno sono “notti di sogni di Coppe e di Campioni”, i sogni estivi virano su altri obiettivi, campioni sì, ma ancora con altre maglie addosso. Campioni da desiderare, da immaginare con la maglia della squadra del cuore addosso, da comprare il giornale e accendere la tv anche di notte per controllare se quei sogni nel frattempo, tra un tuffo e una bibita che le pizze fredde, siano diventati realtà. Il sogno estivo dell’estate del 1995 per i tifosi dell’Inter si chiamava Eric Cantona. Sogno vero anche del primo tifoso dell’Inter, diventato presidente nerazzurro pochi mesi prima: Massimo Moratti.
Appassionato da sempre del mondo Red Devils, Moratti apprezzava già da tempo il fuoriclasse francese e a fine gennaio del 1995 qualche giorno prima che diventasse ufficialmente il nuovo presidente dell’Inter, era a Londra per assistere alla gara di campionato tra il Crystal Palace ed il Manchester United. Già proprio quella gara in cui dopo essere stato espulso per aver scalciato il suo marcatore, l’arcigno Richard Shaw, “King Eric” scalcerà anche e ben più forte (con un vero e proprio colpo di kung fu) il tifoso avversario Matthew Simmons che lo aveva insultato con epiteti razzisti.
Moratti osserva dunque il parapiglia che ne consegue e ha modo di individuare anche un altro obiettivo per il suo primo calcio mercato: il calcio di Cantona a Simmons genera il putiferio e difendere l’attaccante dalla furia di tifosi e calciatori avversari è impresa complicata, un’impresa che però riesce bene al capitano dei Red Devils, Paul Ince. Tra poliziotti, supporters del Crystal Palace e giocatori della squadra londinese Ince si destreggia con grinta e coraggio, senza risparmiarsi spintoni e non solo: grinta e coraggio che colpiranno molto Massimo Moratti.
Per Cantona segue squalifica, processo, frasi celebri che gli costeranno una squalifica più lunga “Chiedo scusa al presidente della Commissione, al Manchester United, ad Alex Ferguson e anche alla prostituta che stanotte ha dormito nel mio letto”: dai 7 mesi di stop si passa agli 8. Poi ovviamente c’è la conferenza delle sardine e dei gabbiani. Eric è quello, Moratti lo sa ma non rinuncia all’idea di regalare quel campione così carismatico all’Inter. Persino la lunga squalifica sembrerebbe non costituire un problema per il presidente dell’Inter: sarebbe valida anche in Italia ma si studia dal punto di vista legale come annullarla o quantomeno ridurla.
Inizia una fitta corrispondenza con lo United per questo: Moratti intavola la trattativa sia per Ince che per il francese, con il presidente dei Red Devils Edwards che incontra spesso in quei mesi il collega nerazzurro o suoi emissari. Per Ince la trattativa si chiude, con 15 miliardi di lire, per Cantona l’offerta nerazzurra viene ritenuta non congrua: ci vogliono venti milioni di euro dicono i dirigenti inglesi. E così l’estate di molti tifosi interisti passa a immaginare quel calciatore capace di meraviglie, iconico col suo colletto alzato in campo, le sue dichiarazioni mai banali e tutto il resto. Ci proverà fino all’ultimo Moratti a prendere King Eric, trovandosi opposti non solo le richieste esose dello United, ma alla fine anche il rifiuto del francese a muoversi da Manchester.
Su quell’inseguimento Moratti ci tornerà anni dopo, in un’intervista al Corriere della Sera dove dichiarerà: “È il mio grande rimpianto, avrei voluto portarlo all’Inter ma ci siamo incrociati nella giornata sbagliata, in quel parapiglia in ogni caso mi innamorai di Paul Ince. Andai a trovare Eric diverse volte a casa sua, provai a convincerlo ma era stanco, sfiduciato, e infatti dopo due anni (in cui vincerà due campionati, una Charity Shield e una Coppa d’Inghilterra, ndr) si sarebbe ritirato. Peccato, perché sono convinto che con lui l’Inter avrebbe fatto il salto di qualità molto prima”.
In quel mercato, desideroso di portare un fuoriclasse in nerazzurro, Moratti cercherà di portare a Milano Baggio, Boksic e un giovanissimo Luis Nazario da Lima, senza però riuscirci. Cantona, come detto, avrebbe vinto altri titoli con lo United e sarebbe diventato protagonista di uno storico spot Nike: chissà quanti tifosi nerazzurri avranno immaginato Eric con la loro maglia alzare il colletto e dire “Aurevoir”.
Source link