Veneto

Ergastolo a Turetta, la rabbia di Elena Cecchettin: «La sentenza non cancella il dolore»

Il giorno dopo la sentenza che ha condannato all’ergastolo Filippo Turetta, esplode la rabbia di Elena Cecchettin, sorella di Giulia.

Elena Cecchettin si è sfogata in una stories su Ig:

«Una sentenza giudiziaria non corrisponde sempre alla realtà dei fatti. Si chiama verità giudiziaria, ed è quello che viene riportato dal verdetto. E basta.

Non toglie il dolore, la violenza fisica e psicologica che la vittima ha subito. Ciò che è successo non sparisce solo perché un’aggravante non viene contestata, o più di una.

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Dopo la condanna all’ergastolo, ecco cosa aspetta ora a Turetta]]

E non toglie nemmeno il dolore e l’ansia che ho dovuto subire io personalmente in quanto persona vicina a Giulia».

E aggiunge: «Inevitabilmente le persone intime alla vittima vengono trascinate negli stati di ansia e turbamento.


Chiaramente non sto insinuando che il dolore che abbia provato Giulia sia paragonabile, tuttavia è giusto ricordare che il non riconoscimento dello stalking è una mancanza di rispetto anche alla famiglia della vittima.

Detto questo, il non riconoscimento dello stalking (non parlo nemmeno dell’altra aggravante perché si commenta da sola la situazione) è un’ennesima conferma che alle istituzioni non importa nulla delle donne.


Poi l’invettiva finale: «Sei vittima solo se sei morta. Quello che subisci in vita te lo gestisci da sola. Quante donne non potranno mettersi in salvo dal loro aguzzino se nemmeno nei casi più palesi non viene riconosciuta una colpa. Però va bene con le frasi melense il 25 novembre e i depliant di spiegazione»


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