Marche

era diventata il terrore degli adolescenti

SENIGALLIA – Sgominata la baby gang, incubo degli adolescenti. Si tratta di quattro 16enni, tutti residenti in città, di cui uno arrestato dalla polizia e trasferito nel penitenziario minorile di Bologna. Gli altri tre sono stati invece denunciati.

La dinamica

Per il boss della banda, di origini africane, la procura dei minori ha autorizzato la misura cautelare in carcere in attesa del processo per evitare il reiterarsi di azioni violente da parte sua. Dovrà rispondere di estorsione, spaccio di sostanze stupefacenti e lesioni personali. A stringere il cerchio sul baby-pusher già noto e i suoi complici è stato un regolamento di conti avvenuto lo scorso febbraio in via Oberdan davanti alla scuola Pascoli, nei pressi della Rocca Roveresca. In quell’occasione un altro 16enne senigalliese era stato picchiato per un debito di droga. Inizialmente sembrava fosse stato anche rapinato poi, però, il suo cellulare era stato ritrovato dopo il pestaggio. Un incubo iniziato per il ragazzo la scorsa estate quando aveva acquistato da un amico 10 grammi di hashish per 50 euro che non aveva con sé. L’amico, nel frattempo, aveva ceduto il suo debito allo spacciatore che quel sabato sera l’aveva picchiato. Gli aveva applicato un interesse di 70 euro per ogni giorno di ritardo e in poco tempo la somma da saldare era diventata insostenibile. Viste le difficoltà nel reperirla, il baby-pusher gli aveva proposto di custodire un panetto di hashish, essendo lui un ragazzo insospettabile.

La reazione

Il 16enne aveva accettato, nascondendolo sul lungomare ma la sera della consegna c’era stata una retata. Droga sequestrata e lui denunciato. Sperava almeno di essere uscito da quel giro. Niente affatto. Il pusher pretendeva, oltre ai soldi della dose acquistata la precedente estate, il valore del panetto perso. Oltre mille euro che, però, non intendeva dargli. Nemmeno li aveva oltretutto. Non sentendosi sicuro, perché aveva già ricevuto minacce, girava con lo spray al peperoncino in tasca. Quella sera era uscito con gli amici quando è stato strattonato dal cappuccio del giubbotto. Due hanno iniziato a picchiarlo. Azionato lo spray, era riuscito a liberarsi e correre verso via Chiostergi, chiedendo aiuto a un uomo che aveva poi chiamato la polizia.

L’esito

Subito erano partite le indagini da parte del Commissariato, guidato dal vicequestore Mabj Bosco. La polizia aveva ascoltato i testimoni, visionato i filmati delle telecamere di una banca che aveva ripreso la spedizione punitiva, letto messaggi e ascoltato file audio circolati tra i giovanissimi, che non lasciavano dubbi sulla condotta criminale della banda. Un lavoro certosino che ha permesso di rintracciare i quattro componenti di cui uno, già noto per altri episodi, finito in carcere.




Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »