«Era alla festa in piazza a Sassoferrato». La famiglia riprende a sperare
FOSSOMBRONE – Ai carabinieri di Sassoferrato è stata segnalata la presenza nel corso di una festa incontro di Riccardo Branchini il 20enne di Acqualagna scomparso nel nulla la notte del 13 ottobre dell’anno scorso. Il parroco don Umberto Rotili conferma al telefono il messaggio che ha lanciato sui social media.
Il talk
«Ieri sera eravamo in tanti in piazza Matteotti per il Talk show filosofico.
Questa mattina dai carabinieri ho ricevuto la segnalazione che il ragazzo scomparso al Furlo era presente in piazza Matteotti. Se qualcuno di voi pensa di averlo visto e riconosciuto, mi faccia sapere perché stiamo cercando di aiutare la famiglia a ritrovarlo». E aggiunge: «Speriamo che sia tutto vero perché la famiglia di Riccardo vive nella disperazione».
Federica la mamma del ragazzo ha un sussulto: «Non ha saputo nulla di quanto successo a Sassoferrato, nessuno mi ha avvisata. Magari fosse che qualcuno ha visto Riccardo. Ho un tonfo al cuore. Tornerei a vivere. Adesso sono alle prese lungo la spiaggia di Rimini e Riccione con la distribuzione dei volantini nella speranza che qualcuno possa darmi un aiuto». Il 14 aprile, giorno in cui Riccardo ha compiuto 20 anni, il messaggio accorato dei nonni: «Oggi Riccardo compie 20 anni gli facciamo gli auguri sperando che ci possa far avere qualche segnale. Sono passati sei mesi dalla sua scomparsa dopo aver lasciato l’auto con gli effetti personali alla diga del Furlo senza alcuna traccia». Sulla Rete ci sono video in lingua tedesca con l’appello disperato della mamma. A “Chi l’ha visto” la testimonianza di una signora svizzera che sosteneva di aver riconosciuto Riccardo nel ragazzo a cui aveva dato un passaggio. Poi più nulla. Riccardo, ragazzo gentile e riservato, sembra svanito nel nulla. La speranza si era riaccesa dopo due mesi dalla sua scomparsa al termine degli ulteriori rilievi tecnici condotti da operatori specializzati arrivati da San Benedetto del Tronto e da Napoli per stabilire se si fosse gettato nelle acque del Furlo con tante grotte profonde e una quantità impressionante di fango. Erano stati utilizzati robot di ultimissima generazione per scandagliare il cono più profondo del lago con l’ausilio di sonar e videocamere. Altro colpo di scena l’uno giugno.
L’avvocatessa
L’avvocatessa della famiglia Elena Fabbri riferiva un particolare importante: «Riccardo non è andato diretto alla diga del Furlo, forse aspettava qualcuno» nella piena convinzione che il ragazzo era vivo forse rimasto vittima di una non meglio specificata trappola. Nulla si è poi saputo su cosa sia emerso dall’analisi su smartphone e pc di Riccardo. Cosa è successo a Riccardo nelle due ore da quando è uscito di casa fino a quando ha raggiunto la diga? «Non mi riesco a spiegare come abbia fatto a lasciare completamente sola nonna Osvalda, ottantenne – la riflessione di mamma Federica – con la quale è cresciuto e che ha sempre amato e rispettato».