Società

Enzo Iacchetti su Gaza: «Vorrei sentire Giorgia Meloni dire: “Sono una madre, sono cristiana e provo un dolore immenso per tutti i bambini uccisi senza pietà”»

Vorrebbe un segnale di reale attenzione e umanità nei confronti delle vittime civili del conflitto in corso a Gaza, in particolare dei bambini. Enzo Iacchetti, durante la puntata di È sempre CartaBianca su Rete4, ha rivolto un appello alle istituzioni italiane e, in particolare, alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Il comico e conduttore televisivo è intervenuto in collegamento da casa, mentre nello studio della giornalista Bianca Berlinguer era ospite anche Mauro Corona. Ha ribadito il suo profondo disagio e la speranza di vedere finalmente una reazione pubblica del governo italiano, la capacità di riconoscere la tragedia che si sta consumando. «Spero che qualcuno si svegli anche dall’altra parte, ad avere un’espressione di pietà per ciò che sta accadendo a Gaza. Per i bambini, i civili, per le cose impossibili per un animo cristiano», ha detto Enzo Iacchetti. «Inutile dire che siamo cristiani, per le famiglie. Non ci scalfisce che ci sono 20mila bambini morti? Io non posso andare a letto pensando chissà domani se c’è caldo o freddo, se c’è sole o se sono in vacanza».

La tragedia gli sembra passare inosservata o affrontata con indifferenza da chi ha responsabilità politiche e morali. «Quando vedo quelle scene, dico che tutti gli esseri umani, soprattutto quelli che si dicono cristiani, negano e nascondono la testa. Non hanno neanche la pietà di dire: “Mi fanno pietà”. I bambini con il grano turco in mano mi fanno pena».

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L’intervento si è poi rivolto direttamente a Giorgia Meloni, in un richiamo alla sensibilità personale e cristiana della premier. «Ho un sogno, vorrei sentire il capo del nostro governo dire: sono Giorgia, sono una madre, sono cristiana e provo un dolore immenso per tutti i bambini trucidati senza pietà. Mi basterebbe questo per capire che sono in una Nazione che ha senso di esistere».

Un invito, quello del conduttore, che si unisce al coro crescente di voci che chiedono un impegno concreto e un’attenzione maggiore alle sofferenze di Gaza, oltre le logiche di schieramento e le strategie diplomatiche.




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