Energia, l’Italia batte i target sulle installazioni 2021-24 sulle fonti rinnovabili
MILANO – L’Italia fa un passo avanti verso la transizione energetica e chiude il 2024 con un totale di 76,6 gigawatt di potenza installata da fonti rinnovabili, 7,48 in più rispetto al 2023. Un risultato che permette al Paese di superare di 1.609 megawatt l’obiettivo per il quadriennio 2021-24 fissato lo scorso giugno dal decreto Aree Idonee. Ma che potrebbe non bastare per raggiungere il target di lungo periodo contenuto nel Pniec: 131 GW entro il 2030.


L’Italia deve accelerare ancora
Rispetto al passato, l’anno scorso un’accelerazione c’è stata, ma per tagliare il traguardo servirebbe un passo ancora più svelto. Nel 2020 e 2021 la capacità installata di fonti green ammontava a un solo gigawatt, triplicato nel 2022 e salito a 5,6 nel 2023. Infine, l’anno scorso l’Italia si è avvicinata all’obiettivo annuale di 8 GW, che però era stato fissato nel 2023, e che quindi con i risultati ottenuti in passato non è più sufficiente per raggiungere i 131 GW finali. Anche guardando ai primi due settori, il fotovoltaico e l’eolico, si raggiungono le stesse conclusioni. I dati al 2024 confermano quella solare come prima fonte rinnovabile italiana, con un contributo complessivo di 37,1 GW sul totale al 31 dicembre, seguita dall’eolico con 13 GW. I gigawatt previsti dal Pniec da sole e vento per la fine del decennio sono 107: oggi siamo a 50, il che significa che per completare l’opera il tasso delle nuove installazioni dovrebbe essere di circa 9,5 GW all’anno.
Il nodo delle aree idonee
La costruzione di nuovi impianti è legata alla definizione delle cosiddette aree idonee, un meccanismo istituito nel 2021 dal governo Draghi e che di recente è tornato a far parlare di sé. La loro mappatura era stata affidata alle regioni, ma stabilendo che alcune sarebbero state definite ex lege. Il decreto ministeriale del 2024, firmato dall’esecutivo Meloni, detta le linee guida per l’individuazione di questi spazi, ma cancella quelli stabiliti per legge. La patata bollente passa alle regioni. E cosa succede? La prima ad adottare il testo, la Sardegna, rende il 99% del proprio territorio non idoneo all’installazione di impianti per le fonti rinnovabili. Ma aumentare la produzione senza nuovi campi è un esercizio che ha dell’impossibile. Il cortocircuito ha fatto scalpore e alcune imprese energetiche hanno presentano un ricorso al Tar del Lazio, che si esprimerà il prossimo 5 febbraio.
I consumi elettrici crescono del 2,2%
Ma torniamo ai dati 2024 e più in generale all’energia elettrica. Secondo le rilevazioni di Terna, l’anno scorso i consumi elettrici italiani sono aumentati del 2,2% rispetto al 2023, attestandosi a 312,3 miliardi di kWh (con punta oraria massima di 57,5 GW registrata il 18 luglio dalle 15 alle 16). Lo scorso anno le fonti rinnovabili hanno registrato il dato più alto di sempre di copertura della domanda, pari al 41,2% (rispetto al 37,1% del 2023), soprattutto grazie al contributo della produzione idroelettrica e fotovoltaica. Ancora, l’indice Imcei elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali di circa 1.000 imprese “energivore”, è risultato pressoché stazionario (-0,3%). In particolare, positivi i settori del cemento, calce e gesso, cartaria, alimentari e siderurgia; in flessione metalli non ferrosi, chimica, mezzi di trasporto e ceramiche e vetrarie.
Più dell’83% della domanda nazionale soddisfatta da mercato interno
Sul lato dell’offerta spiccano il balzo della produzione rinnovabile, salita di oltre il 13% anno su anno, e il lieve calo del saldo netto con l’estero (-0,5%), una conseguenza di un forte aumento dell’export (+47,9% rispetto al 2023) e di uno più modesto dell’import (+2,4%). Nel mese di dicembre, per la prima volta, in alcune ore l’export elettrico italiano ha superato quota 4.000 MW. Più nel dettaglio, la domanda di energia elettrica italiana nel 2024 è stata soddisfatta per l’83,7% con produzione nazionale e per la quota restante (16,3%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. La produzione nazionale netta (264 miliardi di kWh) è salita del 2,7% rispetto al 2023, sostenuta da una crescita a due cifre della produzione idroelettrica (+30,4%) e fotovoltaica (+19,3%), che nel 2024 ha raggiunto il record storico arrivando a superare i 36 TWh. In flessione la fonte eolica (-5,6%) e geotermica (-0,8%). In calo rispetto al 2023 anche la fonte termica (-6,2%), che sconta la forte riduzione della produzione a carbone (-71%), ormai sostanzialmente azzerata a eccezione della Sardegna.
Nel 2024 le installazioni sono circa 730 mila
Infine, tra gennaio e dicembre la potenza nominale degli accumuli in esercizio è aumentata di 2.113 MW. Nel 2024 si registrano in Italia circa 730.000 installazioni che corrispondono a 12.942 MWh di capacità e 5.565 MW di potenza nominale, di cui 1065 MW utility scale. Per i piccoli impianti, la crescita della capacità di accumulo è stata guidata dalle politiche incentivanti di carattere fiscale, mentre per gli impianti utility scale l’aumento è il risultato dei meccanismi di contrattualizzazione a termine previsti dal capacity market.
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