Emulare giochi è illegale? | SmartWorld
Si tratta di un quesito piuttosto ricorrente. Emulare videogiochi è una pratica legale o illegale? È vera la storia delle 24 ore legata al “possedimento” delle ROM sui proprio hard-disk? Devo effettivamente possedere console e/o giochi per emularli legalmente? Tutte domande a cui cercheremo di dare risposta ma che, come in molti casi, possono essere interpretate diversamente a seconda dell’occasione.
Il tema dell’emulazione è sempre molto attuale. Parlammo nel dettaglio della legalità o meno della cosa nel 2016, con l’avvento delle prime mini console a marchio Nintendo. Dopo il primo Mini NES arrivarono anche PlayStation Classic e il Mini SNES. Successivamente tanti altri brand che avevano fatto la storia dei videogiochi si attivarono, e piano piano il mercato si è popolato di prodotti a marchi Atari, Commodore, NeoGeo e non solo.
Tutte le volte sorge spontanea la domanda: “Perché spendere 80 (o più) euro quando posso scaricare gratuitamente emulatori e ROM anche sui dispositivi mobili e giocarci senza spendere un centesimo?“.
O ancora “basta un Raspberry Pi e un emulatore e sei a cavallo!” (che poi tra l’acquisto della scheda e delle periferiche aggiuntive finisce che spendi uguale per un’esperienza complessiva peggiore, NdR) e addirittura “80€ è un furto legale bello e buono“.
Abbiamo quindi deciso di cogliere la palla al balzo cercando di fare chiarezza sull’argomento emulazione (anche se, vi anticipiamo, non è cosa banale) e anche sul perché, a conti fatti, acquistare alcune di queste mini console non è poi una brutta idea.
Emulare giochi: legale o illegale?
Non esiste una risposta univoca a questa domanda. E per prima cosa bisogna fare chiarezza sul concetto di emulazione.
Emulare, citando direttamente la definizione legata al mondo informatico, vuol dire “Riprodurre in un certo sistema di elaborazione dati il funzionamento di un sistema diverso.“.
Teoricamente quindi un emulatore utilizza un codice personale che esegue le stesse funzioni o che permette di utilizzare gli stessi software / applicazioni / programmi / giochi di un dato hardware.
Sempre teoricamente quindi, se il codice di un dato emulatore è completamente diverso da quello utilizzato da una macchina commercializzata da un determinato marchio non si dovrebbe cadere nell’illegalità.
Tutto un altro discorso nel caso qualcuno decida di installare una serie di emulatori su una macchina costruita ex-novo cercando di commercializzarla.
In tal caso una società come Nintendo o Sony potrebbe intentare causa per concorrenza sleale, anche se il codice dei vari emulatori è diverso da quello proprietario, ma qui la faccenda si fa spinosa e non riguarda direttamente il singolo utente che vuole semplicemente emulare uno o più giochi su uno smartphone, su un PC o su una console.
Prima di passare al discorso ROM, torniamo un attimo agli emulatori. Solo in un caso l’emulatore può risultare “fuori legge”: nel caso utilizzi il BIOS della console che si sta cercando di emulare, ovvero nel caso si utilizzi del codice originale sviluppato da terzi.
L’unica soluzione in questo caso è “estrarre” il BIOS da una console effettivamente posseduta e utilizzarlo con un emulatore che lo richieda ma che non lo includa nel suo codice. Solo che estrarre un BIOS da una console, specialmente di vecchia data non è cosa banale. Quindi? Lo scarico da internet conscio di essere nella legalità visto che possiedo la console?
Sul fatto se sia o meno legale scaricare il BIOS della console dal web ci torneremo a breve. Questi ultimi due punti si ricollegano in un certo senso a quello delle ROM.
Visto che ci siamo facciamo chiarezza anche sul concetto di ROM. Un file ROM (o un immagine ROM) è un file che contiene una copia dei dati estratti da un chip di sola lettura (Read-only memory, ROM), come ad esempio una cartuccia per console o una scheda madre/scheda principale di una macchina arcade.
Proprio il termine ROM viene utilizzato spesso nell’ambito dell’emulazione per indicare i file da scaricare per emulare i vari titoli su piattaforme diverse da quelle originali.
Bisogna quindi domandarsi: è legale possedere e riprodurre una ROM? La risposta alla domanda è più o meno la stessa che ci si dava anni fa per giustificare la presenza sui PC di casa dei primi masterizzatori di CD.
Nel caso si possieda una copia autentica del gioco che si intende emulare, e nel caso si proceda all’emulazione utilizzando un software che non sfrutta codice originale, dovremmo non correre rischi a livello legale, che è la stessa cosa che si diceva quando si masterizzavano CD che poi venivano puntualmente passati ad amici e parenti.
Sì, continuiamo a utilizzare il condizionale perché il tema trattato è comunque piuttosto nebuloso e ipotetico: nessuno è mai stato multato né tanto meno condannato per l’utilizzo di un gioco emulato con o senza copia originale.
Seguendo il ragionamento appena fatto, possedere e utilizzare ROM di giochi non posseduti risulterebbe illegale. Badate bene: non si è parlato di scaricare una ROM. Anche in questo caso la faccenda è piuttosto nebulosa, perché scaricare software protetto da copyright è considerato illegale.
Anche in tal caso si dovrebbe procedere manualmente all’estrazione della ROM dalla copia originale del gioco per non incappare in eventuali problemi.
Ci si riallaccia a questo punto al discorso del BIOS delle console: scaricare il BIOS da un sito web è comunque considerato illegale per lo stesso discorso fatto in relazione alle ROM.
Proprio all’inizio di questo mini-approfondimento abbiamo poi fatto cenno alla storia delle 24 ore. Gli utenti più navigati potrebbero ricordarsela: si tratta di una “bufala” che girava in rete anni fa, probabilmente messa in circolazione da vari siti web che ospitavano database sterminati di ROM (ce ne sono ancora molti online), secondo la quale per scaricare una ROM e non scadere nell’illegalità bastava eliminarla nell’arco di ventiquattro ore. Ovviamente è una cosa che non ha assolutamente alcun senso.
Riepilogando:
- Si può teoricamente utilizzare un emulatore che non utilizza codice originale/BIOS della console
- Si può teoricamente “possedere” una ROM a patto di possedere una copia originale del gioco
- Non si può scaricare una ROM poiché non si può scaricare software protetto da copyright
- Eliminare una ROM dopo 24 ore non ha alcun senso
Gli Abandonware
Questo è un argomento che meriterebbe un approfondimento a sé stante, ma cerchiamo di riassumere il tutto.
Con abandonware si intende un software pubblicato da molto tempo (da quanto di preciso non è dato saperlo) che non è più di interesse commerciale in quanto obsoleto, ma tecnicamente ancora protetto da diritto di autore.
Spesso il termine abandonware viene proprio utilizzato in relazione all’emulazione. C’è quindi chi giustifica l’utilizzo di emulatori e ROM proprio per salvaguardare i software abbandonati che rischiano di cadere nel dimenticatoio, ma c’è sempre di mezzo il problema della legalità.
La seguente citazione è tratta dalla pagina Wikipedia del termine abandonware:
Tuttavia solo raramente è facile determinare se i diritti sul software siano stati esplicitamente rilasciati da parte del legale detentore, se vi sia disinteresse da parte del titolare ad esercitarli, oppure ancora se si tratti semplicemente di software datati non più commercializzati. Per questa ragione la definizione abandonware non ha valore legale; le leggi sul diritto d’autore, che differiscono nei vari paesi del mondo, si occupano di definire termini e tempi di scadenza di tali diritti.
La faccenda quindi è ugualmente nebulosa, visto che di fatto si sta scaricando software protetto da diritto di autore. Se per il software valgono le stesse regole che si applicano a produzioni musicali, letterarie, fotografiche e simili, il diritto d’autore scade dopo 70 anni dalla morte dell’autore.
Come accennato, il tema meriterebbe un approfondimento a sé stante, anche perché potrebbero valere regole diverse da quelle applicate appunto a produzioni di tipo diverso. Le regole generali da seguire quindi sono più o meno le stesse prima elencate.
Una nota aggiuntiva sui diritti d’autore e di proprietà intellettuale. La proprietà intellettuale è un sistema di tutela giuridica che permette al titolare di utilizzare o riprodurre la sua creazione in via esclusiva, ricavandone un ritorno economico.
Ci sarebbe un problemino però: i diritti di proprietà intellettuale sono riconosciuti a livello internazionale, ma la loro tutela è in parte affidata alle singole normative nazionali.
Per questo, come dicevamo poco fa, è difficile che la postale venga a bussarvi a casa accusandovi di pirateria se scaricate ed emulate ROM per Dreamcast o Commodore 64.
Quindi si parla di “Pirateria informatica”?
Visto che ci siamo e che finora non è stata nominata, parliamo di pirateria informatica.
Con pirateria informatica si intendono varie attività, come ad esempio l’accesso non autorizzato a dati riservati.
Ma nell’insieme delle attività che ricadono nella pirateria ci sono anche:
- la copia di software o altro materiale digitale senza il rispetto del diritto d’autore;
- l’uso improprio del diritto di utilizzare il software secondo le condizioni alle quali è stato concesso in uso da chi ne detiene i diritti economici di sfruttamento.
Emulare un gioco non posseduto è quindi assimilabile alla pirateria informatica? E se vi dicessimo che anche in questo caso non esiste una risposta univoca?
Bisognerebbe appunto consultare le note informative relative all’utilizzo di ogni singolo software, cosa che in certi casi potrebbe risultare impossibile (ad esempio con giochi che risalgono a più di 30 anni fa).
Quali sono le alternative “legali”
È il tema che abbiamo affrontato nel video che trovate in apertura (o cliccando qui). Diciamo che, in linea di massima, ci sono tre possibile alternative per quanto riguarda i dispositivi che emulano:
- quelle pienamente legali che prevedono l’acquisto di hardware di recente concezione realizzato dallo stesso marchio che produsse la macchina originale anni e anni fa;
- quelle borderline, che permettono all’utente di usare anche ROM aggiuntive;
- quelle che lasciano piena responsabilità all’utente di cosa farci con il dispositivo.
Nel primo caso rientrano tutte le mini console che citavamo in apertura, che di solito includono una selezione di giochi preinstallati, senza possibilità di espansione.
Ci sono poi casi particolari, come le recenti Atari 2600+ o Atari 7800+ che hanno uno scopo un po’ diverso: quello di farvi rispolverare le cartucce di 40 anni fa e usarle su televisori moderni. Ci sono poi il The400Mini, l’Evercade XP, il The C64 Mini e tante altre.
Tra i casi borderline ci rientra il recente The Spectrum, una retro machine basata sul mitico ZX Spectrum.
Oltre a riprodurre fedelmente il modello originale (ha persino la tastiera integrata), include una quarantina di giochi per lo ZX Spectrum.
In confezione però è specificato che nulla vieta di aggiungere altre ROM tramite chiavetta USB. Ma non si fa cenno alla legalità o meno della cosa.
E poi ci sono console portatili come quel gioiellino dell’AYANEO Pocket Micro che delegano completamente all’utente la responsabilità di cosa farci.
Di base è un piccolo dispositivo con schermo touch e controlli fisici dotato di sistema operativo Android e di accesso al Play Store. AYANEO vi suggerisce molto velatamente che il piccolo display da 3,4″ a colori è ottimo per i giochi Game Boy Color.
Ma sarete voi a decidere se scaricare un emulatore per la console Nintendo e riempire la memoria di ROM o se giocarci solo con titoli scaricati legalmente dal Play Store.
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