Emilia-Romagna promossa sulle cure essenziali (ma perde colpi)
Un sistema sanitario, come al solito, a due velocità, dove la qualità delle cure dipende dalla regione di residenza. È questa la fotografia scattata dal Ministero della Salute, che per il 2023 ha promosso solo 13 Regioni italiane nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso le tasse.
Il report, analizzato dalla Fondazione GIMBE, evidenzia un divario Nord-Sud sempre più netto, con poche eccezioni nel Mezzogiorno.
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La sanità emilia-romagnola
Nel 2023, l’Emilia-Romagna è considerata “adempiente”, quanto ai Lea, una classifica, quelle stilata da Gimbe, che non si discosta da quella dell’anno precedente per numero di regioni.

Dal 2022 al 2023, Campania e Sardegna salgono però tra le adempienti, mentre Basilicata e Liguria retrocedono a inadempienti. Rimangono inadempienti per insufficienza in una sola area Calabria, Molise e Provincia Autonoma di Bolzano, mentre Abruzzo, Sicilia e Valle d’Aosta non raggiungono la soglia in due aree.
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L’Emilia-Romagna ha totalizzato un punteggio di 278, dietro il Veneto (288) e la Toscana (286), perdendo però 6 punti rispetto al 2022.

L’area prevenzione della sanità emiliano.romagnola totalizza 97 punti, piazzandosi quindi al secondo posto, quella distrettuale, 89 – quarto posto, mentre per quella ospedaliera i punti sono 92 – quarto posto: “Queste differenze – spiega il presidente – indicano che, anche dove si raggiunge la soglia di sufficienza, persistono marcati squilibri nella qualità dell’assistenza. Ma una sanità che funziona bene solo in ospedale o solo sul territorio non può considerarsi realmente efficace, né tanto meno in grado di rispondere ai bisogni delle persone”.
“Quadro ancora più preoccupante”
La “pagella” del Ministero, che si basa, appunto, su un sistema di punteggi che valuta le performance delle tre aree, prevenzione, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera, è stata rielaborata da Gimbe, unendo i punteggi totali per ogni regione: “Rispetto alla semplice distinzione tra regioni adempienti e inadempienti, il punteggio totale evidenzia in maniera più netta il divario nord-sud,” ha affermato il presidente Nino Cartabellotta. “Infatti, tra le prime 10 regioni, 6 sono del Nord, 3 del centro e solo una del sud. Nelle ultime 7 posizioni, fatta eccezione per la Valle d’Aosta, si trovano esclusivamente regioni del Mezzogiorno”.
Se da un lato alcune regioni meridionali come la Calabria (+41 punti) e la Sardegna (+26 punti) mostrano segnali di netto miglioramento rispetto al 2022, dall’altro la performance di otto regioni è peggiorata. Tra queste, spiccano i cali consistenti di Lazio (-10), Sicilia (-11) e, soprattutto, Lombardia (-14) e Basilicata (-19).
“La riduzione delle performance anche in regioni storicamente solide,” ha commentato Cartabellotta, “dimostra che la tenuta del SSN non è più garantita nemmeno nei territori con maggiore disponibilità di risorse o reputazione sanitaria. È un campanello d’allarme che non può essere ignorato”.
Critiche al sistema di monitoraggio
La Fondazione Gimbe non risparmia critiche al sistema di monitoraggio del Ministero, giudicato insufficiente. “Il set di indicatori Nsg Core, pur rappresentando la ‘pagella’ ufficiale con cui lo Stato misura l’erogazione dei LEA, non riflette in maniera accurata la qualità dell’assistenza” spiega Cartabellotta. “Si tratta più di uno strumento di political agreement tra Governo e Regioni, basato su pochi indicatori e soglie di ‘promozione’ troppo basse, che tendono ad appiattire le differenze tra regioni.”
La Fondazione Gimbe chiede quindi “un ampliamento del numero di indicatori e una rotazione periodica di quelli utilizzati nella ‘pagella’ ministeriale,” oltre a una radicale revisione dei Piani di rientro e dei commissariamenti, strumenti che “hanno inciso poco sulla qualità dell’assistenza e sulla riduzione dei divari tra Nord e Sud del Paese”.
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