Lazio

emergono nuovi dettagli, ferite compatibili con trascinamento

Potrebbe essere sopravvissuta ancora per qualche istante, Anastasia Trofimova, mentre veniva trascinata tra i sentieri di Villa Pamphili, con il corpo segnato da lacerazioni profonde alle gambe.

È questo il dettaglio agghiacciante che emerge dagli accertamenti medico-legali sull’omicidio che ha sconvolto Roma all’inizio di giugno, quello della 28enne russa e della sua bambina di undici mesi, Andromeda.

I corpi delle due vittime furono ritrovati a poca distanza l’uno dall’altro, nella quiete ingannevole del parco storico: la madre ai piedi di un oleandro, la piccola poco lontano. Ma oggi, grazie a nuove analisi, si aggiungono tasselli a un delitto che appare sempre più brutale.

Il sospetto: trascinata ancora viva

Le ferite alle gambe della donna non sarebbero post mortem. I segni compatibili con il trascinamento nella vegetazione suggeriscono che Anastasia fosse ancora viva mentre veniva spostata lungo i sentieri. La causa della morte resta da accertare, ma sul corpo non sono stati trovati segni evidenti di armi da taglio o da fuoco.

Per la piccola Andromeda, invece, non ci sono dubbi: è stata strangolata, probabilmente la sera del 5 giugno.

Alcuni testimoni riferiscono di aver visto Charles Francis Kaufmann, 46 anni, cittadino americano, nei pressi del parco proprio in quelle ore. L’uomo, compagno di Anastasia e padre della bambina, è oggi il principale indiziato del duplice omicidio.

Dna e fuga in Grecia

A incastrarlo è il dna trovato sul sacco nero che avvolgeva il corpo della donna. Non solo: l’analisi genetica ha confermato in modo definitivo che Kaufmann è il padre biologico della piccola Andromeda.

Dopo il delitto, l’uomo è rimasto a Roma per qualche giorno, come se nulla fosse. Poi ha preso un volo per la Grecia, dove è stato arrestato il 12 giugno, per poi essere estradato in Italia.

Il silenzio in cella

Ora si trova nel carcere di Rebibbia, chiuso nel silenzio: davanti ai magistrati, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nessuna spiegazione, nessun tentativo di giustificare l’indicibile.

Nel frattempo, la Procura di Roma prosegue nelle indagini per ricostruire con esattezza le ultime ore di vita di Anastasia e della sua bambina. Una tragedia familiare maturata, forse, in un contesto di isolamento e tensioni irrisolte, che ora lascia dietro di sé solo dolore e orrore.

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