Emergenza sanità nel Vibonese: lo SMI chiede risposte su reparti, 118 e personale
“Mentre le riunioni si susseguono, la medicina interna dell’ospedale di Tropea comunica all’ASP di Vibo Valentia la riduzione dei posti letto da dodici a otto per carenza di personale infermieristico. Allo stesso tempo il reparto di urologia, ormai ridotto ad ambulatorio mattutino, mantiene l’organico al completo (ovviamente si fa riferimento al personale infermieristico) ed una decina di infermieri assunti nel periodo estivo con contratto a termine, finiti i due mesi, vengono mandati a casa. Il servizio di proctologia a breve festeggerà il primo anno senza attività chirurgica, sempre se il collega chirurgo-proctologo non si dimette prima. A giugno scorso abbiamo appreso la notizia di circa 10 anestesisti che miracolosamente avevano risposto al bando per lavorare nella nostra provincia. Appunto un miracolo, mai visti!”.
E’ quanto afferma in una nota la dottoressa Alessia Piperno, delegato provinciale Sindacato Medici Italiani (SMI), Vibo Valentia.
“Nel frattempo in tutto il presidio di Tropea l’anestesista resta uno a coprire tutto, ordinario e reperibilità (h 24 dal mese di marzo). A settembre era stato detto che le ambulanze dei volontari non sarebbero state prorogate perchè sarebbero state attivate le ambulanze Victor con personale laico ma altamente formato dalla nostra Regione Calabria. Siamo a dicembre, ancora aspettiamo che avvenga. Nel 2024 riuscivamo a medicalizzare il 90% dei turni grazie all’aiuto dei medici cubani. A gennaio 2025 è stata chiesta, in forma scritta, la possibilità di riaverli con noi. Siamo sempre a dicembre e sempre in attesa. Continua il reclutamento di personale medico cubano ed il collega italiano se vuole puoʻ lavorare si, ma a Catanzaro, non a Vibo Valentia. La nostra azienda a conti fatti limita la produzione ma non le spese, e di certo non per volontà del personale sanitario, continua a promettere ma manca di atti concreti. Non abbiamo medici sulle ambulanze ma avremmo potuto averli. Non abbiamo l’aiuto di ambulanze aggiuntive ed avremmo potuto averlo. I medici dirigenti del 118 non hanno autorizzazione ad eseguire prestazioni aggiuntive (turni in straordinario), che avrebbero assicurato più ambulanze medicalizzate. Non abbiamo l’urologia e nemmeno la proctologia, ma con un anestesista due mezze giornate a settimana e 3-4 medici cubani in aiuto per completare i turni, avremmo avuto entrambi i servizi. Quali sono i motivi per i quali niente di tutto questo è stato fatto? Ci sono valide motivazioni a noi sconosciute?”
L’incontro saltato e le risposte disattese
“Il Sindacato Medici Italiani – prosegue la Piperno – chiede risposte a domande logiche. Avremmo anche gradito farle in presenza, ma ancora i sindacati medici della nostra provincia aspettano di sapere quando verrà decisa una nuova data per l’incontro saltato (per esigenze della triade commissariale) ormai nel lontano 15 ottobre. A questo punto vengono spontanee, a nostro parere, tre domande:
1. Non sarebbe opportuno, in un momento delicato come quello che la nostra azienda sta attraversando, un rapporto collaborativo costante con i sindacati?
2. Non siamo a conoscenza del bilancio di Azienda Zero? Esiste? In caso contrario, affrettando il passaggio, chi e come verranno retribuiti i dipendenti?
3. Noi medici ci siamo laureati, abbiamo prestato un giuramento. Se un paziente muore o subisce un danno per qualcosa che potevamo fare e non abbiamo fatto, le manette ce le possiamo mettere da soli prima ancora dell’intervento della giustizia. Se la postazione di Tropea, per fare un esempio, viene attivata per un codice rosso a Limbadi (40 minuti) ed ancora si aspetta l’attivazione delle ambulanze Victor (delle quali una avrebbe sede a Nicotera), se all’arrivo il paziente è deceduto ci sarà qualcuno che avrà responsabilità di questa “morte possibilimente evitabile”? (perchè anche 1 possibilità su 100 la renderebbe tale)”.
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