Emanuela Orlandi, il fratello Pietro: «Da Papa Leone XIV mi aspetto la verità»
Il primo commento di Pietro Orlandi dopo l’ascesa al soglio pontificio di Robert Francis Prevost con il nome di Leone XIV è stato quello di poterlo presto incontrare. Il fratello di Emanuela Orlandi lotta da decenni affinché venga a galla la verità sul caso della sorella scomparsa il 22 giugno 1983. All’Adnkronos Pietro ha detto all’indomani della proclamazione del Santo Padre: «Non conosco personalmente questo Papa», precisando di essere consapevole che Prevost sia «di origine americana, però è vissuto a Roma quindi deve aver sentito la vicenda di Emanuela».
Ha aggiunto: «Nel suo primo discorso il Papa ha parlato di una Chiesa accogliente verso chi soffre, tra loro ci siamo noi», per poi rilanciare sul fatto che «la scomparsa di una ragazza non è solo un dolore che appartiene a una famiglia. Se il Papa riuscisse a risolvere la vicenda di Emanuela e a imporsi verso chi conosce la verità farebbe il bene della Chiesa».
A quasi 42 anni dalla sparizione della giovane, in circostanze ancora poco chiare (molte le piste battute nel tempo, tra terrorismo, ricatto finanziario e pedofilia, che però non hanno portato ad alcun risultato), il fratello si rivolge ora al nuovo pontefice. Così si augura ai microfoni di Quarto Grado: «Sono passati quattro pontificati, gli chiederò di avere più coraggio di chi lo ha preceduto».
Pietro Orlandi, nel corso della trasmissione di Rete 4, ha anche ricordato, quando nel 2013 Papa Francesco le disse che la sorella «era in cielo»: «In modo delicato mi disse che Emanuela era morta anche se c’era un’inchiesta aperta e nessuna prova. Se ha detto quella frase, è perché sapeva qualcosa. Da quel giorno ho chiesto spesso di incontrarlo ma non c’è mai stata possibilità». Il fratello di Emanuela si dice invece fiducioso per il futuro e per un incontro con il nuovo Vicario di Cristo: «Il nuovo Papa inizia in un momento in cui l’attenzione mediatica su Emanuela è molto forte poiché ci sono tre inchieste aperte».
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