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Elodie: «Volevano fare di me una cantante alla Mia Martini a 25 anni, io volevo essere leggera. A Sanremo una canzone che racconta due lati di me»

È tempo di bilanci ed Elodie, seduta su una poltrona nella sua casa discografica a Milano, prende in rassegna l’anno che sta per finire. C’è la canzone di Sanremo, chiusa da poco, che si intitola Dimenticarsi alle 7 e promette di unire melodia e testi tradizionali a suoni elettronici più spinti del solito. Un cambiamento che nasce da una sensazione: «Mi sembrava che le canzoni che cantavo fossero un po’ dietro rispetto al mio approccio alla vita, abbiamo tentato di riallineare il tutto anche dal punto di vista della sonorità. Vorrei riappropriami di quello che ho fatto in passato, tante cose le avevo rifiutate e messe nel cassetto. Vorrei dare dignità a quello che ho fatto ad Amici, al mio primo Sanremo, raccontare quel percorso e aggiungere qualcosa di nuovo»». Del resto, Elodie era già tornata alle sue radici da club con Red House, il disco più elettronico, tutto da ballare. Un percorso in cui ora vede una direzione che le appartiene, dopo qualche momento di spaesamento: «Dopo il Sanremo del 2017 non sapevo più cosa fare. Mi sentivo appesantita, mi sembrava di essere mia zia e non volevo sentirmi quel peso addosso. Sarei tornata a fare la cubista piuttosto che continuare così. Volevano fare di me una Mia Martini a 25 anni e io volevo essere leggera e felice, volevo ballare», spiega.

In Dimenticarsi alle 7 racconterà «due lati di me. Quello inutilmente drammatico: a volte a casa mi butto per terra, con anche il vestito adatto, anzi la vestaglia, per deprimermi con sciccheria. Nel testo c’è quel modo vecchio, classico ed elegante, di raccontare le relazioni e il dolore. È un modo per ricordare la musica con cui sono cresciuta, ho un nome in mente…». Quello di Mina? Sì ma non si dice, perché «sarebbe un’eresia anche solo pronunciarlo… Dall’altra parte ci sono i suoni deep house che fanno riferimento alle mie nottate in discoteca. Ballo da quando ho 14 anni e la musica elettronica per me è una forma di meditazione: crea un tappeto su cui puoi fare i viaggi mentali che ti fanno stare meglio».

E il cast di Sanremo 2025? «Mi piace, è trasversale. Carlo Conti mi piace, controlla tutto. Carlo mi aveva scelto per il mio primo Sanremo, quindi lo ringrazio ogni volta che ci vediamo».

Poi racconta il suo prossimo tour, l’azzardo più grande della carriera, con due date negli stadi, l’8 giugno 2025 a San Siro e il 12 allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli: «Quello negli stadi sarà uno show diviso in quattro momenti in cui mi voglio vivisezionare e capire di cosa sono fatta. Sì, è un azzardo ma tutta la mia carriera lo è. Se non sarà sold out pazienza».

Elodie non si tira indietro neanche davanti alle domande sulla sua vita privata. La si prende alla larga, con una domanda sul suo rapporto con la velocità e si arriva inevitabilmente a parlare del fidanzato pilota di Moto Gp, Andrea Iannone: «Odio la velocità. In macchina con me deve andare piano, io non ho neanche la patente. Mi piace camminare. Quando lo accompagno alle gare mi viene sempre l’ansia. Però è sexy, sudato…». E il rapporto con la fama e i fan che la fermano? «Io sono una normale, vado al supermercato coi capelli tirati su, non ho problemi a parlare con la gente». E con i fan più invadenti? «Con quelli ho una strategia che funziona sempre: inizio a parlare dei miei problemi e le persone se ne vanno, mica ti stanno a sentire…».


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