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Elliott Erwitt mette a fuoco il Novecento con 80 scatti d’autore


In programma fino al prossimo 21 settembre a Roma presso Palazzo Bonaparte, ‘Elliott Erwitt. Icons’ mette in scena le immagini più iconiche del celebre maestro della fotografia. Curata da Biba Giacchetti, una delle massime esperte dell’opera di Erwitt, la retrospettiva presenta oltre 80 scatti che ripercorrono la carriera di uno dei più ironici e disarmanti fotografi del Novecento. Il percorso espositivo si snoda attraverso immagini che hanno influenzato la cultura visiva del nostro tempo: dal celebre bacio riflesso nello specchietto retrovisore ai cani ‘umanizzati’ fino agli sguardi intensi dei personaggi famosi.

Nato a Parigi nel 1928 da una famiglia di emigrati russi, Elliott Erwitt trascorre i primi anni della sua infanzia a Milano per poi trasferirsi nuovamente in Francia con i genitori. Nel 1939 emigra negli Stati Uniti dove si stabilisce a Los Angeles. Nella Città degli Angeli muove i primi passi nel mondo della fotografia lavorando in un laboratorio di sviluppo. Durante i suoi viaggi a New York in cerca di lavoro, entra in contatto con figure chiave della fotografia del tempo. È il caso di Edward Steichen, Robert Capa e Roy Stryker che, riconoscendone il talento, ne diventano mentori. Nel 1949, per perfezionare il proprio stile, Erwitt torna in Europa, viaggiando tra Italia e Francia. Nel 1953, dopo aver prestato servizio nell’esercito americano, riceve da Robert Capa l’invito a entrare in Magnum Photos, di cui diventerà membro effettivo. Nel 1968 viene poi eletto presidente dell’agenzia, incarico che ricoprirà per tre mandati consecutivi.

La mostra offre un affascinante spaccato della storia e del costume del Novecento, filtrato attraverso l’obiettivo ironico, surreale e, al tempo stesso, profondamente romantico dell’autore. Il percorso espositivo spazia dai famosi ritratti di figure leggendarie come Che Guevara, Marlene Dietrich, Marilyn Monroe, Kerouac, Fidel Castro, Sophia Loren, Arnold Schwarzenegger a scatti intimi di gente comune, catturata nella semplicità della vita quotidiane. Non mancano fotografie che hanno segnato la memoria collettiva come il serrato confronto tra Nixon e Krusciov, la composta dignità di Jackie Kennedy durante il funerale di Jfk nonché lo storico incontro di boxe tra Muhammad Ali e Joe Frazier.

Dalla forza evocativa di scatti romantici come ‘California Kiss’ alla dolcezza dei momenti familiari, nel ritratto della figlia neonata, il percorso espositivo si arricchisce con i temi più cari al fotografo. L’ironia dell’artista emerge con chiarezza nella sezione dedicata agli autoritratti, in cui Erwitt si prende gioco di sé stesso per dimostrare che l’arte, proprio come la vita, non dovrebbe mai essere presa troppo sul serio. Una parte della retrospettiva è dedicata, infine, ai cani antropomorfi, protagonisti di intere serie fotografiche. I divertenti scatti catturano la condizione umana con malinconia, fierezza e sorpresa.

L’iniziativa è prodotta e organizzata da Arthemisia in collaborazione con Orion57 e Bridgeconsultingpro, con il supporto della Fondazione Terzo Pilastro-Internazionale, main partner della mostra.


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