Elisa porta Roma in festa: tre ore di musica, impegno e un messaggio potente per le donne e per la pace

Non sono stati gli unici momenti legati all’attualità, anzi l’evento è stato preceduto dal racconto della Fondazione Lotus: Noi siamo Uno, che Elisa ha creato per un inno alla biodiversità e un aiuto concreto a rendere più vivibile le realtà urbane.

Per tre ore ininterrotte Elisa ha portato sul palco del Palazzo dello sport grinta ed energia, mescolate alla sua solita spontaneità e dolcezza. Per Vivere tutte le vite ha voluto con sé un ospite speciale, Carl Brave, che ha infuocato tutti i presenti con enorme passione.

Con una scaletta di 29 canzoni, la cantautrice triestina ha ripercorso una carriera lunga quasi tre decenni, passando dal “regalo” di Ligabue Gli ostacoli del cuore al ricordo della vittoria al Festival di Sanremo con Luce. L’omaggio a Jeff Buckley e alla sua versione di Hallelujah ha toccato uno dei vertici di maggiore emozione sugli spalti, mentre i suoi cavalli di battaglia hanno portato Elisa a commuoversi fino a quasi alle lacrime, anche davanti ai cartelli e ai fan più giovani.

Da Broken a Heaven passando per Stay e No Hero, ha messo tutta se stessa nelle esibizioni strumentali e in alcuni nuovi arrangiamenti, a sette anni dalla sua ultima tournée nei palazzetti, dopo aver esaurito il primo stadio della carriera (a San Siro, a giugno scorso).

Più che un concerto, si è trattato di una vera e propria festa, un ritorno in grande stile senza artifici né retorica, su un palco costellato di fiori di loto. Un tripudio di colori, di luci, di sensazioni all’insegna della positività e della condivisione. Un altro tassello di una carriera formidabile, insomma, che non ha bisogno di effetti speciali o di artifici per essere celebrata.