Basilicata

Elezioni regionali, Calabria al voto il 5 e 6 ottobre

Il vicepresidente della Regione Filippo Pietropaolo ha indetto le nuove elezioni regionali in Calabria per il 5 e 6 ottobre


In Calabria dopo le dimissioni del presidente Roberto Occhiuto si andrà al voto i prossimi 5 e 6 ottobre 2025. Il decreto di indizione è stato firmato questa mattina (9 agosto). E lo ha fatto il vicepresidente Filippo Pietropaolo, nonostante il governatore – come ha annunciato sui social – sia rimasto in carica e insieme alla Giunta traghetterà la Regione fino al nuovo voto.

La nuova data delle elezioni regionali in Calabria è emersa stamattina. Ieri sera il presidente Occhiuto aveva spinto sull’ipotesi del 28 e 29 settembre, ma in serata erano subentrate criticità. Scadenze e incombenze burocratiche sarebbero cadute infatti già nella settimana di Ferragosto. L’altra ipotesi sul tavolo era quella del 12 e 13 ottobre, già anticipata dal presidente del Consiglio Mancuso ai capigruppo regionali, alla vigilia della seduta di congedo.

La nuova data appare quindi un po’ una mediazione tra la volontà del presidente Occhiuto di andare alle urne il prima possibile e le paure dei partiti della coalizione di non aver abbastanza tempo per organizzarsi.

PERCHÉ HA FIRMATO IL VICEPRESIDENTE PIETROPAOLO

Ma perché firma il decreto di indizione Pietropaolo, se Occhiuto è rimasto in carica? Procediamo con ordine, per spiegare il ragionamento che la Cittadella ha fatto.

Il governatore dimissionario ha annunciato che sarebbe rimasto in carica con la Giunta, scatenando le proteste delle opposizioni che si sono rivolte per un parere a Viminale, Avvocatura di Stato e Corte d’Appello di Catanzaro.

Occhiuto si richiama all’articolo 33 dello Statuto della Regione Calabria. Dopo aver disciplinato la mozione di sfiducia, l’articolo al comma 6 recita: «Si procede parimenti a nuove elezioni del Consiglio e del Presidente della Giunta in caso di rimozione, impedimento permanente, morte, incompatibilità sopravvenuta e dimissioni volontarie del Presidente». Il comma successivo, il 7, aggiunge: «Il Presidente della Giunta e la Giunta rimangono in carica fino alla proclamazione del nuovo Presidente». La lettura combinata di questi commi – ha detto nei giorni scorsi il vicepresidente Pietropaolo – «è chiara, e non si presta ad alcuna interpretazione». Non si neanche menzione agli affari correnti, la norma prevede che si resti in carica a tutti gli effetti.

Perché allora è Pietropaolo a indire il voto? Perché esiste dal 2014 una norma che avrebbe potuto creare qualche grattacapo rispetto a questo singolo atto. Si tratta di una modifica alla legge elettorale regionale, apportata nel giugno del 2014, dopo le dimissioni del governatore Scopelliti a seguito della condanna in primo grado a 6 anni per fatti legati al dissesto di Reggio Calabria.

LA MODIFICA DELLA LEGGE ELETTORALE CALABRESE NEL 2014

Il Consiglio era chiamato a recepire infatti una serie di modifiche obbligatorie legate alla riduzione dei seggi e alla modifica delle circoscrizioni. C’era però anche un altro problema. Dopo le dimissioni di Scopelliti, sul quale pendeva una sospensione di 18 mesi dall’incarico ai sensi della legge Severino, in carica era rimasta la vicepresidente Antonella Stasi. Nessuna norma però, nella legislazione regionale, disciplinava questa circostanza. In particolare, non era previsto chi dovesse indire le elezioni.

Il Consiglio con quella modifica introdusse l’articolo 1bis, che recita, al secondo comma: «In caso di impedimento permanente o di morte del Presidente della Giunta e negli altri casi previsti dallo Statuto le elezioni sono indette dal Vicepresidente della Giunta con le stesse modalità (cioè d’intesa con il presidente della Corte d’Appello e sentito il presidente del Consiglio)». Ma quali sono gli «altri casi previsti dallo Statuto»? Per analogia, quelli indicati dall’articolo 33, insieme a morte e impedimento, quando si disciplinano le elezioni anticipate. Ovvero rimozione, incompatibilità sopravvenuta e dimissioni volontarie del Presidente.

La presenza di questa norma regionale – per quanto possa lasciare anche qualche margine di interpretazione – ha convinto la Cittadella a non rischiare e a lasciare al vicepresidente il potere di indizione del voto.

PIETROPAOLO: DETERMINATI AL FIANCO DEL PRESIDENTE

Intanto Pietropaolo (FdI) ribadisce che la coalizione sarebbe «unita», a dispetto dei retroscena e delle analisi che circolano. «Il centrodestra, con la guida del presidente Roberto Occhiuto, forte della positiva esperienza di governo di questi quasi quattro anni – dice – è pronto a rivincere.
Saranno i calabresi a decidere il futuro della nostra Regione. Noi siamo determinati, con grande entusiasmo, raccontando tutto ciò che abbiamo fatto e ciò che vogliamo continuare a fare».


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