Toscana

Elezioni regionali 2025, Antonella Bundu è la candidata per la lista Toscana Rossa


Toscana Rossa è il nome della lista che concorrerà alle prossime elezioni regionali, è come candidata alla presidenza della giunta ha scelto l’attivista 56enne Antonella Bundu. La volontà – comunicano in una nota – è “dare un’alternativa a destre e centro-sinistra, di sinistra e popolare, antifascista, antirazzista, laica, femminista e intersezionale. Mentre c’è chi discute di campi larghi, giusti e progressisti, quindi di posti in eventuali Giunte, ignorando i contenuti, c’è bisogno di dare un riferimento chiaro, perché la politica non è tutta uguale”.

Fanno parte della lista Potere al Popolo, Rifondazione Comunista e Possibile, insieme a esperienze municipaliste e civiche dei vari territori della Toscana. “Nei prossimi giorni – si dichiara nel comunicato – si concluderà la costruzione delle liste, nella volontà di allargare il coinvolgimento di chiunque non ritenga accettabile il campo largo in ogni sua geometria variabile e l’ipotesi della coalizione di Alessandro Tomasi. Il 9 agosto terremo un’assemblea pubblica a Viareggio (Lega Maestri d’Ascia e Calafati, presso Cro Darsene, alle 17,30)”.

I contenuti del programma

Pace – “Toscana Rossa si impegna nella costruzione attiva di una Toscana terra di pace, libera dalla logica di guerra e militarizzazione e lavora per una regione smilitarizzata, a partire dalla riconversione a esclusivo uso civile di Camp Darby, lo stop all’allargamento dell’aeroporto militare di Pisa e alla costruzione del Comando NATO a Rovezzano, così
come l’opposizione alla nuova base GIS e Tuscania a San Rossore, a Pontedera e ovunque.

La Toscana deve ripudiare la guerra e ogni forma di riarmo, che si chiami difesa, esercito o sicurezza europea, rifiutando l’utilizzo di ogni risorsa pubblica per la riconversione bellica dell’industria civile. È necessario chiedere l’uscita dell’Italia dalla NATO e il suo scioglimento: il patto atlantico è da sempre foriero di violenza e destabilizzazione internazionale, oltre che responsabile dell’aumento costante delle spese militari, dirottate dalle spese sociali, con il sostegno dei governi nazionali di tutti i colori.

Nel simbolo trovano spazio i colori della Palestina, perché è indispensabile che oltre le parole di solidarietà ci siano azioni concrete in sostegno alla resistenza del suo popolo, per l’interruzione dei rapporti con Israele: per fermare il genocidio e i crimini di guerra contro i palestinesi, e le violazioni sistematiche del diritto internazionale che lo Stato
sionista e terrorista porta avanti da oltre 77 anni grazie alla complicità delle potenze euroatlantiche. Riteniamo indispensabile la chiusura del consolato onorario di Israele, oltre alla rimozione del Console onorario Marco Carrai dalla presidenza di Toscana Aeroporti e dalla Fondazione Meyer”.

Salute – “Il sistema non funziona. Lascia sempre più persone in preda a liste d’attesa infinite, spingendole sistematicamente alla sanità privata. Le falle del sistema pubblico sono al più colmate dal volontariato o dal privato sociale, in cui si annidano moderne forme di sfruttamento per lavoratori e lavoratrici del servizio. Fuori dalle emergenze si fa fatica a curarsi, mentre aumentano povertà e diseguaglianze. L’internalizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici degli appalti nel mondo sanitario e sociosanitario deve accompagnarsi con una ritrovata centralità della programmazione degli Enti Locali. Occorre investire massicciamente in assunzioni, presenza capillare di presidi sanitari e ospedalieri pubblici e in politiche di prevenzione e cura, anche per la salute mentale”.

Ambiente – Come si può parlare di emergenza climatica, se poi non si investe in manutenzione del territorio e non si fermano le grandi opere inutili, come l’ipotesi di un nuovo aeroporto a Firenze, gli Assi a grande scorrimento in Lucchesia e Versilia, il rigassificatore a Piombino? L’unica grande opera è la messa in sicurezza del territorio. Si continua a parlare di Tav, mentre la popolazione pendolare si ritrova spesso abbandonata a sé stessa, con tanti problemi nel trasporto pubblico locale. Molto può essere fatto con la pianificazione e il coinvolgimento dal basso della popolazione, a partire dalla ripubblicizzazione del trasporto pubblico locale, e da comunità energetiche pubbliche pronte a farsi carico anche delle diseguaglianze sociali. Va inoltre denunciata l’insostenibile turistificazione che consuma ogni pezzetto della nostra regione, al pari delle politiche estrattiviste nelle aree montane.

Non si può tacere sul caso dell’inquinamento Keu, che mette a nudo la connivenza predatoria e criminale tra imprenditoria e classe politica: la Regione dovrà garantire un percorso di inchiesta, trasparenza e giustizia ambientale per cui chi ha inquinato deve pagare, a partire dalle bonifiche del territorio i cui costi economici e sociali non possono ricadere sulla popolazione. Non esiste nessuna multiutility “buona”: l’acqua deve essere pubblica e anche sugli altri servizi essenziali non deve esserci profitto.

Lavoro – “Un vero salario minimo regionale a 10 euro agganciato all’inflazione, per chiunque lavori per conto della Regione Toscana, direttamente o in appalto, è l’obiettivo minimo: non quello che ha trovato spazio solo nella propaganda del centrosinistra. Vanno inoltre rafforzati il controllo all’interno dei luoghi di lavoro e sostenere l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro: per contrastare incidenti e morti che segnano le cronache praticamente ogni giorno. La legge regionale nata all’interno della mobilitazione Gkn dà l’opportunità di investimenti capaci di creare un nuovo rapporto con il mercato, ma oltre le parole e le firme, servono le azioni concrete. Serve inoltre una presenza importante per indagare e smantellare il sistema di sfruttamento che colpisce soprattutto chi si ritrova sotto ricatto per l’assenza di cittadinanza. Tante vertenze e organizzazioni sindacali di base denunciano, senza trovare adeguata sponda da parte delle istituzioni. Ovviamente il programma di governo verte su molto altro: emergenza abitativa, mobilità, politiche di accoglienza e su quanto ogni giorno interessa la vita delle persone”.

 

 


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