Calabria

Elezioni in Calabria: Occhiuto al 57,26%, Tridico al 41,73%. Forza Italia primo partito, ma è il trionfo dei moderati

Il governatore a caccia del bis Roberto Occhiuto stravince in Calabria con il 57% e l’avversario di centrosinistra Pasquale Tridico si ferma a 16 punti di distacco, arrivando al 41%. Uno scarto importante, considerata l’affluenza al 43% ed un astensionismo che di nuovo non riflette l’indignazione delle piazze. Un dato che fotografa ancora, come già nelle Marche, l’insufficiente attrattività del campo largo. Premiata invece la scelta del candidato del centrodestra Occhiuto, gravato da un avviso di garanzia, di dimettersi e ricandidarsi per non essere logorato dall’accusa di corruzione.

Una marea di voti moderati sostiene la volata di Roberto Occhiuto: «il 60-65% di quelli raccolti da lui arrivano da quest’area», calcola a fine serata il sondaggista Antonio Noto. Di certo la grande vincitrice è Forza Italia che, con il 17,98% circa, non solo non si fa superare da FdI ma ottiene anche qualcosa in più rispetto al 2021. La seconda lista della coalizione è quella del presidente con il 12,39%, seguita dai meloniani – “solo” terzi con l’11,64% – e dalla Lega che si consolida al 9,4%.  I dati definiscono un quadro che premia nettamente il centro, foraggiando il progetto azzurro di rafforzare ed ampliare questa fetta del centrodestra. Mentre l’affluenza definitiva al 43,14% è la più bassa di sempre nella Regione.

Da soppesare il risultato di Fratelli d’Italia, che da un lato è in crescita rispetto all’8,7% delle regionali 2021, ma rispetto al 20,57% delle ultime europee è a quasi la metà. I leghisti, invece, vanno meglio delle ultime regionali quando erano all’8,33%, più o meno in linea con le europee. Tra i centristi vanno bene anche Noi Moderati (4,03%) e, sul fronte opposto, Casa Riformista-Iv, al 4,42%: entrambi i partiti potrebbero esprimere consiglieri regionali. Nel centrosinistra non decollano, invece, né il Pd (13,59%), né il M5S (6,43%) che restano più o meno sui dati di quattro anni fa, quando però a drenare il 16% dei voti alla candidata comune c’era Luigi de Magistris.

 


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