Edoardo Biondi al ‘Molinari’ per la prima volta: “Mio fratello Guido vive ancora qui, vi auguro la serie A” | isNews
Una visita carica di emozione, nella quale è stata ricordata la figura del ‘Platini del Molise’ e gli anni della promozione del Campobasso calcio in B
CAMPOBASSO. Edoardo Biondi ha varcato questa mattina, per la prima volta, il cancello dello Stadio Avicor Antonio Molinari.
Un ingresso carico di emozione, come se si aprisse una porta sospesa nel tempo. Fino ad oggi, infatti, aveva visto il Campobasso giocare solo al vecchio Romagnoli, dove suo fratello Guido — il leggendario ‘Platini del Molise’ — aveva scritto pagine indelebili. Il nuovo stadio, mai vissuto di persona, gli è apparso come un tempio rinnovato della memoria, e ritrovarsi di fronte alla tribuna intitolata proprio a Guido è stato un colpo al cuore. Non è stata solo una visita. È stato un ritorno alle radici, un viaggio che unisce ciò che resta e ciò che resiste.
Nei suoi occhi, ancora vivi i ricordi della storica vittoria contro la Fiorentina in Coppa Italia, il 22 agosto 1982: “Vincemmo 1-0 — ha raccontato Edoardo — ma la prestazione di mio fratello fu monumentale. Ci mise tutto: testa, cuore, passione e determinazione. Fu lui a trascinare la squadra in un momento in cui tutto sembrava perduto.”
Guido era arrivato a Campobasso in un periodo critico, con la società in ginocchio. Eppure, proprio in quegli anni difficili, tra il 1981 e il 1983, contribuì a scrivere una delle pagine più luminose della storia rossoblù: la promozione in Serie B, sotto la guida del presidente Antonio Molinari e con Michele Scorrano come capitano. Edoardo ha ricordato anche il momento della firma del contratto: “Quando Guido accettò Campobasso, pianse. Ma ci ha messo dentro tutto se stesso.”
Stamattina, camminando sulle gradinate dell’Avicor Molinari, Edoardo ha respirato un’atmosfera sospesa, quasi sacra. E quando ha visto il nome del fratello sulla tribuna, si è fermato. Era come se il passato lo stesse aspettando lì, immobile, per stringergli la mano. Prima di andar via, ha voluto lasciare un messaggio alla squadra e alla città: “al Campobasso auguro di non dover mai più guardare indietro, ma solo avanti. Vi auguro la Serie A, dove questa città e questa regione meritano di arrivare. Qui c’è una società fatta di persone autentiche, che vogliono crescere senza snaturarsi. Conservate questo spirito: è la vostra vera forza.”
La visita di Edoardo non è stata solo un gesto privato, ma un atto d’amore. Un ponte tra il vecchio Romagnoli e l’Avicor Molinari. Il passato glorioso rivissuto attraverso la voce di un fratello. Il presente, vibrante di passione. Il futuro, che continua a parlare la lingua di Guido: fatta di sacrificio, di appartenenza, e di quella rara capacità di dare tutto. Sempre.
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