Friuli Venezia Giulia

Economia FVG, l’artigianato tra luci e ombre

«L’avvio dell’ultima parte dell’anno si presenta con segnali incoraggianti per alcuni settori dell’artigianato, in particolare l’edilizia e i servizi alla persona, mentre l’effetto dazi sulle grandi imprese fa respirare qualche incertezza anche nella manifattura e nel trasporto artigiano». È il quadro che traccia il presidente di Confartigianato Fvg e Confartigianato Udine, Graziano Tilatti, guardando all’imminente autunno. «Se l’andamento complessivo che abbiamo registrato nelle ultime settimane dovesse essere confermato – prosegue -, il sentiment per il futuro prossimo sarebbe moderatamente positivo». Su tale condizione pesa, però, «la consapevolezza che anche gli imprenditori artigiani del Friuli Venezia Giulia devono fare i conti con una molteplicità di variabili che si giocano su una dimensione nazionale, europea e internazionale».

In questo scenario, prosegue Tilatti, «in regione ci sono alcuni elementi che depongono a favore di una tenuta economica: le battute finali del Pnrr e le importanti risorse che la Regione ha messo a disposizione con i bandi riguardanti l’edilizia e che hanno avuto sin dal loro esordio una risposta molto interessante dal mondo privato, confermando la validità di una scelta volta alla rigenerazione dei tessuti urbani, all’efficientamento del patrimonio abitativo e all’accompagnamento di un settore che deve fare i conti con il forte ridimensionamento dei bonus». Inoltre, «i servizi alla persona garantiti dal mondo artigiano continuano ad avere riscontro, nonostante debbano fare i conti con la capacità di spesa delle famiglie». Quanto alle attività manifatturiere artigiane, «si affrontano due criticità opposte: la subfornitura legata all’automotive e al “bianco” risente del rallentamento delle grandi imprese, mentre tutti gli altri settori devono fare i conti con la difficoltà a trovare manodopera preparata, che è quella che ha sempre assicurato la qualità del prodotto e la vita dell’impresa anche nei momenti meno facili».

TRIESTE –  «L’artigianato a Trieste, caratterizzato soprattutto da imprese dedicate ai servizi piuttosto che alla produzione, sta mantenendo la posizione con un numero pressoché costante di aziende e dipendenti – afferma il presidente di Confartigianato Trieste, Lino Calcina -. Il suo legame con l’industria produttiva è quindi marginale e lo mette perciò al riparo dalle conseguenze di alcune situazioni di crisi presenti sul territorio». Tre, comunque, le criticità che persistono, legate al costo del denaro, dell’energia elettrica e del gas, e alla mancanza di professionalità specifiche preparate.

«L’accesso al credito è lievemente migliorato – spiega Calcina – ma il costo del denaro resta importante per un’impresa, ben al disopra di quello di qualche anno fa. Quanto all’energia e al gas, il prezzo continua ad essere elevato, rappresentando una voce difficile su tutti i bilanci aziendali». Non da ultimo, per diversi comparti «ci sarebbe ancora più lavoro, ma non si trova il personale», afferma Calcina. Mancano operai specializzati nella gestione delle macchine a controllo numerico, capi cantieri nell’edilizia, panificatori, pasticcieri, idraulici e molte altre figure. «Occorre una riflessione in seno a sistema scolastico e famiglie, per valorizzare queste professioni e renderle appetibili ai giovani. Viceversa – conclude Calcina -, tra qualche anno avremo poche imprese preparate e  capaci con un innalzamento dei prezzi d’intervento per mancanza di manodopera».

PORDENONE – «Sarà un secondo semestre in chiaroscuro per l’artigianato pordenonese, con la crescita e la tenuta di alcuni comparti e una ripresa che ancora manca per altri, in particolare per quelli legati alla manifattura. Tra le criticità per tutte le imprese, al primo posto c’è il costo dell’energia, decisamente penalizzante». È il quadro che traccia il presidente di Confartigianato PordenoneSilvano Pascolo, che guarda severo anche ad alcune politiche Ue, in particolare al green deal che ha tramortito l’automotive e tutta la sua filiera.

«Crescono i servizi alla persona  – dettaglia il presidente – e l’edilizia sta trovando un nuovo equilibrio dopo il superbonus, in virtù anche del ruolo senz’altro positivo innescato dai recenti bandi regionali per gli interventi di edilizia straordinaria e d’efficientamento energetico». Di contro, «non si vede ancora una ripresa marcata né per l’automotive né per il settore del bianco». Le imprese interessate, puntualizza Pascolo, hanno già avviato un processo di diversificazione della produzione e dei mercati, ma sono processi né facili né immediati. «A preoccupare maggiormente, comunque, è l’asse temporale del portafoglio – spiega Pascolo -: non c’è più un proiezione a un anno, al massimo a sei mesi».

La progettualità, quindi, è più contenuta e a ciò si somma «un costo dell’energia spropositato: paghiamo tre volte tanto i concorrenti e, nonostante il grande impulso delle fonti green, l’energia costa uguale indipendentemente dalle sue fonti. C’è qualcosa che non va. L’ancoraggio al costo del gas è, infine, ulteriormente penalizzante».

GORIZIA – Il tessuto artigiano isontino «affronta il secondo semestre del 2025 immaginando per la maggior parte una certa stabilità della condizione di partenza e il pensiero è già proiettato al 2026, cui si guarda con una certa fiducia, soprattutto per la possibilità di una diversificazione dei mercati di sbocco», afferma il presidente di Confartigianato Gorizia, Ariano Medeot. Le aziende legate al benessere e ai servizi alla persona vivono una stagione «decisamente positiva». Tornano a essere interessanti le prospettive per l’edilizia, soprattutto per due fattori: «Il calo dei tassi di interesse sta facendo crescere la propensione ad accendere mutui per la casa, soprattutto tra i giovani. Inoltre, gli interventi messi in atto dalla Regione con i due bandi aperti ad agosto stanno facendo sentire i loro effetti». Rispetto all’accensione dei mutui per la casa, Medeot rileva però il costo che grava sulle giovani generazioni: «Trent’anni fa un mutuo era estinguibile in circa quindici anni, ora uno di circa lo stesso valore si proietta su trent’anni. È una situazione su cui occorre riflettere, perché rivelatrice di un sistema che ha delle storture».

È  «vivace, interessante e remunerativo» il comparto dell’artigianato legato alla nautica da diporto, favorito dall’elevata presenza dei posti barca nelle darsene di Monfalcone, dieci volte superiore alla media nazionale.

Tra le positive novità registrate nel 2025, «i processi di aggregazione e addirittura di fusione che si sono avuti nel settore della meccanica, tra aziende già di per sé strutturate – sottolinea Medeot -. Un segnale che riteniamo molto interessante, perché indice di aziende che si stanno organizzando per accedere a commesse sempre più importanti e per aggredire efficacemente nuovi mercati». Riguardo al credito, Medeot valorizza gli strumenti a disposizione del settore produttivo presenti in regione. «Le risorse che la Regione ha confermato nei Fondi di rotazione sono importanti. Sono una peculiarità del Friuli Venezia Giulia, non possiamo che avere un giudizio positivo».

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