Economia

Ecco i migliori gestori patrimoniali

Lo studio dell’Istituto Tedesco Qualità e Finanza sui migliori gestori patrimoniali arriva al momento giusto con le Borse sull’ottovolante e si affianca al recente report sempre di Itqf sui fondi comuni distribuiti in Italia. Con l’edizione 2025 di “Gestori patrimoniali” il quadro diventa completo. Mentre i fondi comuni d’investimento richiedono un basso importo per l’investimento iniziale, le gestioni patrimoniali sono invece rivolte alle persone abbienti. Si tratta di mandati conferiti a intermediari autorizzati (banche o Sgr), che studiano strategie fatte su misura per le esigenze e le disponibilità del cliente. Per accedere ad una gestione patrimoniale bisogna disporre di alcune centinaia di migliaia di euro da investire (la soglia di ingresso varia da banca a banca).

“Il panorama globale continua a essere influenzato da instabilità geopolitiche e tensioni commerciali – si legge nell’introduzione dello studio di Itqf – rendendo il futuro economico incerto e complesso. Più nello specifico l’Europa ha affrontato una continua instabilità economica, alimentata da conflitti internazionali, crisi energetiche e politiche monetarie restrittive. L’inflazione è calata rispetto al 2023, ma resta una sfida per le politiche economiche. In questo contesto di incertezza e rischio di recessione, molti investitori hanno cercato rifugio nella gestione patrimoniale professionale, puntando su strategie di diversificazione e stabilità”.

In questo difficile quadro per chiunque debba prendere decisioni di investimento, gli esperti di Itqf hanno messo sotto la lente i principali operatori attivi nel campo delle gestioni patrimoniali (la partecipazione al sondaggio era comunque volontaria). Agli intermediari che hanno preso parte allo studio è stato fornito un questionario da compilare con una proposta di investimento dettagliata su un caso specifico. A tutti è stata data la possibilità di presentare un portafoglio per una gestione “classica” e per una “sostenibile”. È stata comunque lasciata alla società la decisione se presentarle entrambe o solo una.

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Per quanto riguarda la prima, la valutazione è stata suddivisa in quattro principali criteri: organizzazione, processo di consulenza, orientamento del cliente e qualità del portafoglio. Per quel che riguarda “l’organizzazione” sono state prese in considerazione le informazioni fornite nel questionario sulla struttura organizzativa, come per esempio il numero e l’esperienza professionale dei dipendenti o la dimensione e il modo di operare del comitato di investimento. A questo fattore è stato attribuito un peso del 15% nel risultato finale. Per valutare il “processo di consulenza”, che ha pesato per il 25% sul giudizio finale, sono state prese in considerazione le informazioni relative alla struttura dei processi di gestione, l’ampiezza della raccolta dati e il ruolo dei portafogli modello.

L’orientamento al cliente (25%) è stato valutato in base all’adattamento dell’offerta per i diversi gruppi target, come ad esempio l’investimento minimo, la quantità dei documenti forniti e i costi della gestione patrimoniale. Infine la qualità del portafoglio (35%) che è stata analizzata utilizzando criteri finanziari (regioni, settori, valute, ecc.), diversificazione e adeguatezza al caso presentato. Per rientrare in classifica era necessario ottenere almeno il 70% del punteggio del miglior classificato in ogni categoria di valutazione. In caso di parità di punteggio si è utilizzato l’ordine alfabetico. “L’indagine non pretende la completezza – ci tiene a specificare Itqf – sul mercato potrebbero esserci altri gestori con offerte comparabili o migliori che tuttavia non hanno partecipato all’indagine. Per qualsiasi caso di investimento specifico consigliamo di confrontare le differenti offerte sul mercato prima di stipulare un contratto”.

In cima alla classifica stilata si trova Ersel Banca Privata che, con un punteggio finale pari al 94%, è riuscita, seppur di poco, a lasciarsi dietro la concorrenza. Sul secondo gradino del podio sale Deutsche Bank, che si è fermata al 93%, mentre la terza piazza è occupata da ben tre operatori a pari merito (al 91%): Banco Desio, Unicredit e Banca Profilo. Nella graduatoria di Itqf sono entrati altri sei gestori patrimoniali che hanno comunque ottenuto valori alti: Banor (87%), Kairos (87%), Banca Patrimoni Sella (85%), Euromobiliare Advisory (85%), Banca Generali (84%) e Banca Etica (82%).

Itqf ha anche calcolato il portafoglio medio proposto dalle società presenti in classifica. Ebbene, il 54% è riservato alle azioni e il 36% alle obbligazioni, un’asset allocation che non si discosta molto dal tradizionale portafoglio 60-40, dove all’azionario è riservata una quota del 60%, mentre il restante 40% è rappresentato dall’obbligazionario. Agli investimenti alternativi è stata assegnata una quota del 5%, alle materie prime (inclusi i metalli preziosi e quindi l’oro) un altro 3%, mentre il restante 3% era impiegato in strumenti monetari o lasciato liquido.

Banca Etica svetta tra i gestori ‘sostenibili’

Itqf ha dedicato una sezione del proprio report alle gestioni patrimoniali “sostenibili”. In questo caso i criteri adottati per la selezione dei migliori gestori sono stati tre: “approccio di consulenza Esg”, “impegno aziendale” e “qualità del portafoglio Esg”. Il primo aspetto ha preso in considerazione le informazioni fornite riguardo l’organizzazione della consulenza sostenibile, come ad esempio il focus dell’approccio di investimento e con quante risorse interne esso viene perseguito. La valutazione di questa categoria ha contribuito per il 30% al risultato finale. Per “impegno aziendale”, a cui è stato assegnato un peso del 20%, Itqf ha invece inteso l’entità degli sforzi di sostenibilità sostenuti a livello aziendale, come ad esempio le emissioni di CO2, l’impegno sociale e le linee guida di governance. Per assegnare un punteggio alla “qualità del portafoglio Esg” (50%) è stata infine presa in considerazione la proposta di investimento, valutando il rating Esg assegnato ad ogni titolo inserito nella gestione dalle principali agenzie di rating specializzate nell’analisi Esg.

La media ponderata di questi punteggi Esg ha determinato la valutazione di sostenibilità del portafoglio. La proposta di investimento sostenibile è stata infine sottoposta a un’analisi più strettamente finanziaria, esattamente come avvenuto per i portafogli “classici”. Anche in questo caso l’analisi di Itqf non pretende di essere completa e assegna un posto in classifica solo ai gestori che hanno ottenuto almeno il 70% del punteggio del miglior classificato in ogni categoria di valutazione.

In questa particolare classifica Banca Etica stacca la concorrenza, ottenendo un punteggio finale del 97%. In seconda posizione si trova Deutsche Bank (86%) e in terza Banco Desio e Banca Generali (entrambi sono all’80%). Completano la classifica Banca Patrimoni Sella (79%), Euromobiliare Advisory (78%) e Unicredit (76%). È interessante notare come il portafoglio medio nelle proposte “sostenibili” sia più aggressivo della versione “classica”.


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