“Ecco dove sarà la prossima crisi Usa-Cina”: la profezia che spaventa Washington

Dimenticatevi per un istante Taiwan e il Mar Cinese Meridionale. La prossima crisi tra Stati Uniti e Cina potrebbe esplodere dall’altra parte del mondo. Dove? Intorno alle Isole Aleutine, nel Mare di Bering, non distante dall’Alaska, Stato americano del quale fanno parte le citate isole. Qui, avvertono gli analisti, nel corso dei prossimi anni le attività militari cinesi potrebbero intensificarsi notevolmente. Un’eventuale incapacità degli Usa di rafforzare la deterrenza, e dimostrare risolutezza sulla catena di isole, andrebbe a minacciare l’integrità territoriale di Washington nell’Artico, e rischierebbe di incoraggiare Pechino ad incrementare le operazioni militari nello Stretto di Taiwan. In altre parole, la situazione attorno alle Isole Aleutine rappresenta un importante stress test per l’amministrazione guidata da Donald Trump.
Le Isole Aleutine e la prossima crisi Usa-Cina
La prestigiosa rivista Foreign Policy non ha dubbi: la situazione nell’Artico si sta surriscaldando. Di recente, infatti, non solo Cina e Russia hanno effettuato incursioni militari congiunte nella regione, ma è esploso anche il caso Groenlandia, con Trump che ha annunciato di voler annettere il territorio per motivazioni di sicurezza nazionale. Ad essersi intensificate sono tuttavia le minacce intorno all’Alaska, a nord-ovest degli Stati Uniti continentali. “Mentre l’amministrazione Trump è ossessionata dalla Groenlandia, l’assertività della Cina nell’Artico dell’Alaska dovrebbe essere motivo di grande preoccupazione per l’apparato militare e di politica estera statunitense“, ha scritto FP, secondo cui gli Usa dovrebbero fare della difesa delle Isole Aleutine una priorità per la sicurezza nazionale, proprio per contrastare la possibilità di una crisi nucleare nell’Artico.
Dalla fine della Guerra Fredda gli Stati Uniti hanno gradualmente ridotto i loro avamposti militari attorno all’arcipelago. Il senatore dell’Alaska, Dan Sullivan, ha recentemente espresso la sua apprensione per le incursioni cinesi e russe intorno alle isole. Lo scorso settembre, Sullivan ha spiegato che “mentre il mondo diventa sempre più pericoloso, l’Alaska continua a essere in prima linea nelle aggressioni autoritarie. Le attività coordinate al largo delle coste dell’Alaska da parte di russi e cinesi sono in aumento“. In un simile contesto, dunque, Washington dovrebbe tenere conto dell’importanza strategica delle Isole Aleutine, in primis per tutelare gli interessi (vitali) nell’Artico. Che c’entra la Cina? Nel suo 14esimo piano quinquennale Pechino ha fatto sapere di voler “rafforzare l’esplorazione e la valutazione delle risorse strategiche nelle profondità marine” e “di partecipare alla cooperazione pratica nell’Artico e costruirà la Via della Seta Polare“, che riguarda proprio l’Artico.
L’Artico si infiamma
Nel luglio 2024 due bombardieri cinesi H-6 con capacità nucleare operanti nella zona di identificazione della difesa aerea dell’Alaska sono stati intercettati da jet da combattimento americani e canadesi, a dimostrazione del fatto che le incursioni di Pechino nell’Artico non vengono effettuate solo per scopi scientifici ed economici. Nello stesso mese quattro navi da guerra cinesi sono state avvistate nel Mare di Bering, circa 200 chilometri a nord del Passo di Amchitka e a nord-est dell’Isola di Atka, entrambe appartenenti alle Isole Aleutine.
La crescente presenza navale di Pechino in queste aree geostrategiche pone gli Stati Uniti in una posizione di svantaggio, rischiando di compromettere le loro capacità militari marittime e ostacolarne le operazioni di navigazione. “Le attività potrebbero portare a una situazione di stallo tesa nel cortile di casa degli Stati Uniti. Concentrando inutilmente l’attenzione della politica estera sulla Groenlandia, Washington rischia di essere colta di sorpresa.
Essere preparati nell’Artico dell’Alaska aumenterebbe la capacità di Washington di scoraggiare i conflitti nella prima catena di isole, compresi il Mare Orientale, lo Stretto di Taiwan e il Mar Cinese Meridionale”, ha avvertito FP. Gli Usa, dunque, farebbero bene a puntare i riflettori sulle Isole Aleutine.
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