Marche

ecco come funzionava l’organizzazione criminale smantellata dalla poliza

ASCOLI – Un’organizzazione criminale con struttura verticale, gerarchicamente ordinata, con suddivisione di ruoli e funzioni. All’apice, lo “zio” Vincenzo Marino. La fisionomia, quella di un clan, in cui anche donne e minori svolgevano mansioni operative.

Le donne

«Un’altra caratteristica di questo sodalizio criminale è il ruolo delle donne della famiglia, perfettamente integrate, incaricate di fornire le disposizioni o di confezionare la droga – dice il capo della Squadra mobile di Ascoli, il commissario Giovanni Fiorin – una novità per la nostra regione. La struttura è risultata caratterizzata da rapporti di parentela tra gli associati, equilibrati dalla partecipazione agli scopi criminali anche delle donne (3 quelle colpite da custodia cautelare in carcere e 2 agli arresti domiciliari). Nella disponibilità di una, sono stati rinvenuti 2 involucri da 16 grammi e 236 grammi di cocaina, 2800 euro in contanti e un bilancino di precisione». I minori (16 e 17 anni) erano i pony express dello spaccio: di loro si occupa la Procura dei Minorenni. Gli associati si erano insediati seguendo gli schemi tipici delle ‘ndrine calabresi e, alcuni di loro, continuavano a commettere reati anche dal carcere, cedendo droga e comunicando all’esterno con cellulari e pizzini. Esercitavano il potere con la violenza: durante un’attività di spaccio, “lo zio” ha minacciato uno straniero vicino al gruppo brandendo un machete, col quale lo ha costretto ad aderire alle sue disposizioni. «Ammazzali», «accoltellali», «se si ribellano, uccidili». Le direttive impartite ai sodali per esercitare il controllo «evidenziano lo spessore criminale dei soggetti coinvolti», aggiunge Fiorin. Tra le figure di spicco anche albanese, 33enne, pregiudicato per stupefacenti, residente in provincia di Teramo, che risultava interessato ad una piantagione di marijuana in Spagna. Nel corso delle indagini, sono stati effettuati cinque arresti in flagranza di reato di altrettanti italiani e albanesi e sequestrato un chilo di droga. «È stato sequestrato anche un vero arsenale di armi – spiega il direttore del Sisco (Servizio Investigazione Scientifica e Criminalità organizzata) di Ancona Niccolò Battisti – sia a canna corta che lunga, alcune modificate per aumentarne la potenzialità offensiva.

Le armi

Il capo aveva la disponibilità di due pistole a tamburo, un fucile a canne mozze ed una bomba a mano dell’Esercito italiano, sebbene priva della carica esplosiva. Inoltre, una pistola semiautomatica calibro 9 x 21. La bomba a mano è stata trovata interrata. Un rinvenimento fortuito, grazie al fiuto di un cane che stava giocando».

Gli interrogatori

Nei prossimi giorni, l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip. L’operazione ha richiesto l’impiego di oltre cento agenti di polizia tra Ascoli Piceno, San Benedetto del Tronto, Monteprandone, Controguerra e Imperia.




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