Veneto

Ebara Pumps Europe, sciopero stabilimenti di Gambellara e Cles

Ebara Pumps Europe, lavoratori in sciopero in Italia
Ebara Pumps Europe, lavoratori in sciopero in Italia

Anche il 3 giugno, nel giorno della visita del presidente giapponese di Ebara e della sua delegazione, i dipendenti degli stabilimenti italiani della Ebara Pumps Europe – oltre 550 lavoratori tra Cles e Gambellara – hanno incrociato le braccia, proseguendo una mobilitazione iniziata ormai da settimane. Al centro della protesta, il mancato rinnovo del contratto integrativo aziendale, fermo da mesi dopo una trattativa naufragata a metà aprile.

Secondo le segreterie territoriali della Fiom-Cgil e della Fim-Cisl, a far deragliare il confronto è stata la “posizione ideologica” della direzione aziendale, allineata alle rigidità espresse da Federmeccanica sul rinnovo del contratto nazionale: niente adeguamento dei salari al costo reale della vita e, anzi, tentativo di ridurre alcune voci economiche storicamente garantite.

Un atteggiamento che, secondo i sindacati, “non solo è irrispettoso nei confronti del lavoro svolto dalle maestranze italiane, ma rappresenta un grave arretramento nelle relazioni industriali”.

Stabilizzazioni mancate, over 55 penalizzati, valutazioni opache

Ma la vertenza non riguarda solo la parte economica. Le sigle denunciano la chiusura dell’azienda anche sulla parte normativa dell’accordo: manca ogni disponibilità a discutere misure a favore della stabilizzazione dei precari (che, in particolare a Cles, rappresentano una fetta significativa del personale), a introdurre maggiori tutele per i lavoratori over 55 in caso di malattia, e a garantire trasparenza nei criteri di valutazione delle professionalità interne.

Un braccio di ferro simbolico e concreto

La protesta di ieri nei due stabilimenti della Ebara Pumps Europe assume un valore particolarmente simbolico, svolgendosi proprio durante la visita dei vertici giapponesi, come a voler rimarcare davanti alla proprietà le responsabilità della stasi. Da ottobre 2024, i lavoratori aspettano risposte a una piattaforma di richieste “concreta e sostenibile”, sottolineano i sindacati.

Ora, Fiom e Fim chiedono che l’azienda torni al tavolo “con reali intenzioni negoziali”. In caso contrario, la lotta continuerà. Perché, come affermano i delegati sindacali: “Senza dignità sul lavoro, non c’è futuro nemmeno per l’industria”.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »