È morto nel sonno Jack Betts, addio all’attore degli spaghetti western e di Spider Man
Si è spento nel sonno, all’età di 96 anni, l’attore statunitense Jack Betts, un volto familiare per generazioni di spettatori, capace di spaziare dai palchi di Broadway al cinema d’autore, fino a diventare un’icona, quasi per caso, del cinema di genere italiano. La notizia della sua scomparsa, avvenuta giovedì 19 giugno nella sua casa di Los Osos, in California, è stata annunciata dal nipote Dean Sullivan a “The Hollywood Reporter”.
Nato a Jersey City l’11 aprile 1929, Jack Fillmore Betts si trasferì a Miami a 10 anni. Lì, folgorato dalla visione di Laurence Olivier in “Cime tempestose”, decise che avrebbe fatto l’attore. Dopo una solida gavetta teatrale a New York, dove fu diretto anche dal leggendario Elia Kazan in produzioni come “Riccardo III” e “La gatta sul tetto che scotta”, e dopo aver frequentato l’Actors Studio, la sua carriera prese una svolta inaspettata.
Negli anni ’60, come molti attori americani, trovò una seconda casa (e una fama insperata) a Cinecittà, nel fiorente mondo degli spaghetti western. Per il pubblico italiano, divenne Hunt Powers, uno pseudonimo più consono al genere. Il suo esordio fu in “Sugar Colt” (1966) di Franco Giraldi, un ruolo ottenuto con un audace bluff: finse di essere un abile cavallerizzo e un ottimo tiratore, pur non avendo esperienza. Imparò entrambe le abilità in poche settimane, allenandosi, secondo quanto da lui stesso raccontato, nel ranch di John Wayne. Il suo personaggio, affascinante e deciso, conquistò il pubblico e gli aprì le porte di una lunga serie di film western all’italiana, tra cui “La più grande rapina del West”, “Inginocchiati straniero… I cadaveri non fanno ombra!”, “Arrivano Django e Sartana… è la fine” e “Per una bara piena di dollari”.
Nonostante la prolificità, non raggiunse mai la fama planetaria di colleghi come Clint Eastwood, con cui condivise quegli anni d’oro del cinema italiano. “Alloggiavamo in hotel vicini. Lui andava sul suo monte a girare i suoi western, io sul mio“, raccontava con ironia in un’intervista del 2021. “Ma i suoi film venivano distribuiti in tutto il mondo, i miei ovunque tranne che in Canada e America”. La sua carriera, tuttavia, non si limitò ai western. Tornato negli Stati Uniti, recitò in numerose soap opera e si fece notare in ruoli da caratterista in film di successo. In “Demoni e dei” (1998) interpretò l’attore horror Boris Karloff, mentre nel primo “Spider-Man” di Sam Raimi (2002) diede il volto a Henry Balkan, membro del consiglio di amministrazione della Oscorp che viene brutalmente eliminato dal Green Goblin.
Un capitolo fondamentale e meno noto della sua vita fu la profonda amicizia con l’attrice Doris Roberts, la celebre Marie Barone, madre invadente nella sit-com “Tutti amano Raymond”. I due si conobbero nel 1954 all’Actors Studio e, a partire dal 1988, vissero insieme per quasi trent’anni nella stessa casa a Hollywood Hills. “Siamo stati migliori amici fino alla fine. Abbiamo vissuto momenti meravigliosi insieme”, raccontò Betts con commozione dopo la morte dell’attrice, avvenuta nel 2016.
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