Basilicata

È morto a 77 anni il filosofo calabrese Lorenzo Infantino

È morto a 77 anni il filosofo calabrese tra i maggiori interpreti del liberismo classico in Italia Lorenzo Infantino


Lorenzo Infantino, economista, filosofo sociale e tra i più influenti interpreti del liberalismo classico in Italia, è morto nella notte tra venerdì 17 e sabato 18 gennaio a Roma all’età di 77 anni. Nato a Gioia Tauro in provincia Reggio Calabria l’8 gennaio 1948, Lorenzo Infantino si era laureato in economia all’Università degli Studi di Siena nel 1972 e si perfezionò in sociologia alla Luiss nel 1975. Ha condotto buona parte delle sue attività di ricerca presso il Linacre College dell’Università di Oxford. Nel 1983 divenne assistente alla cattedra di sociologia della Facoltà di Scienze politiche della Luiss e nel 2001 fu nominato professore ordinario alla cattedra di metodologia delle scienze sociali. Nel 2006 fu chiamato in qualità di professore invitato dall’Universidad Rey Juan Carlos di Madrid.

Professore emerito all’Università Luiss ‘Guido Carli’ di Roma, dove è stato titolare della cattedra di filosofia delle scienze sociali dal 1983, Infantino ha dedicato la sua carriera allo studio del pensiero liberale e della Scuola Austriaca di economia e scienze sociali, approfondendo temi come l’ordine spontaneo, la libertà individuale e la critica al collettivismo.

È autore di numerose ricerche, le più importanti delle quali sono state tradotte in varie lingue. È stato Visiting Professor in alcune prestigiose università europee e relatore all’Austrian Colloquium della New York University. Ha tenuto nel 2008 la Hayek Memorial Lecture presso il Ludwig von Mises Institute di Auburn (Usa).

“Per chi come me ha avuto il privilegio di essere prima suo allievo, poi suo amico ed editore e aver condiviso con lui importanti progetti per lo studio e la diffusione e del pensiero liberale si tratta di una perdita enorme – afferma Florindo Rubbettino in un comunicato – Un maestro del liberalismo, studioso rigoroso e profondo, sempre critico verso tutti i dogmatismi e i sistemi di pensiero che riducono la complessità della società. La libertà individuale era per lui pilastro della società e ha saputo spiegare con chiarezza e rigore nel solco della grande tradizione dell’illuminismo scozzese e del pensiero della scuola austriaca il concetto di ordine spontaneo, mostrando come le regole, le istituzioni e i mercati non siano il risultato di pianificazioni centralizzate, ma emergano dall’interazione tra individui”.

“Come accademico e saggista – continua l’editore – si è distinto per la capacità di rendere accessibili temi complessi legati al liberalismo. Ha formato generazioni di studenti e lettori, diffondendo non solo idee economiche, ma anche principi etici e politici che guidano il pensiero liberale”. Al cordoglio dell’editore si unisce quello di tutti i componenti della casa editrice con i quali lo studioso intratteneva rapporti di viva cordialità improntati all’affetto e alla reciproca stima: “la Rubbettino era davvero per lui una seconda casa. La sua prematura e inattesa scomparsa ha lasciato tutti sgomenti e addolorati”, conclude il comunicato.


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