Veneto

E improvvisamente a Venezia una calle diventa “Calle PickPocket”

A Venezia una calle diventa “Calle PickPocket”: iniziativa goliardica di alcuni residenti.

Cosa avranno pensato i turisti che, provenendo da Campo Manin, con gli occhi sulla cartina o su Google Map, si sono trovati davanti a “Calle PickPocket” invece di “Calle de la Mandola” come veniva riportato? Qualcuno avrà avuto un attimo di disorientamento?

In fondo, era proprio questo l’obiettivo dalle mani autrici del gesto: creare il “caso” per non smettere di parlare dell’ annoso problema dei borseggi attraverso una provocazione. Così, nottetempo, mani anonime hanno issato un finto nizioleto – con i caratteri tipici dei toponimi veneziani autentici – con la scritta “Calle Pickpocket”, richiamando l’ormai internazionale denominazione di borseggiatori e borseggiatrici.

Lunedì mattina la provocazione ha così sorpreso la città. Sugli autori non si hanno certezze, anche se si parla genericamente di residenti stanchi del problema dei ladri per le strade, mentre qualcuno la indica come “Iniziativa dei commercianti della zona”.

Il telo bianco con il nome “Calle Pickpocket” è stato rimosso in tarda mattinata dai vigili del fuoco con la supervisione della Polizia locale che indagherà sul caso. Non essendo stato compiuto alcun danno o danneggiamento, però, difficilmente avrà seguiti.

Il gesto, in ogni caso, non si può dire inaspettato. L’afflusso di borseggiatori e borseggiatrici pare infatti in crescita, proporzionalmente con l’aumento dei flussi turistici. Secondo i “Cittadini non Distratti” si tratta di un racket in mano ad una potente organizzazione criminale internazionale, tanto è vero che gli “operatori di strada” a volte sarebbero spostati di città in città se il loro volto diventa troppo noto. Ciò dimostra come ci sia una pianificazione attenta da parte di un’organizzazione che – ricordiamolo – impiega anche minori e bambini per infrangere la legge.

Proprio in questi giorni – come ricorda Monica Poli, la consigliera di Municipalità in prima linea contro i borseggiatori – a Venezia sarebbe in corso un avvicendamento delle bande criminali dedite al borseggio. Nuovi soggetti provenienti dall’Europa dell’Est, quasi tutti rumeni, sarebbero così comparsi, mentre i “ricambi” di donne sono principalmente bosniache o croate.

I risultati della situazione che si vedono per le calli poi li conoscono tutti: turisti e turiste disperati vittime dei borseggi che chiamano le forze dell’ordine, a volte piangendo per non avere più nulla, spesso neanche più i documenti che servono per rincasare. Oppure le reazioni di ladri e ladre che, se vengono sorpresi durante il borseggio, ultimamente reagiscono violentemente, anche “sparando” il famigerato spray al peperoncino per scappare.


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