due minori rischiano il processo per abusi di gruppo
SAN SEVERINO Aveva trascorso una serata a San Severino, era con degli amici e dei ragazzi incontrati in un locale ma dopo il secondo cocktail tutto si sarebbe fatto plumbeo. Un blackout che per lei, una ragazza poco più che 20enne, è durato un periodo indefinito, un’ora o due, non è stata in grado di dirlo. Come una pellicola recisa i suoi ricordi si interrompono nel locale settempedano e riprendono nell’androne di un palazzo. Ripartono dalla voce di un uomo che chiede aiuto e dopo qualche minuto il suono delle sirene, l’ambulanza, i sanitari che la prendono e la portano in ospedale e i carabinieri.
I tasselli
A ricomporre i tasselli di quello che è accaduto nel mezzo è stato l’Ufficio della procura presso il tribunale dei minorenni di Ancona appena lei ha avuto il coraggio di chiedere aiuto e denunciare. Ancona perché il palazzo dove la giovane è stata trovata sotto choc e svestita si trova a Cerreto d’Esi. Lì un residente, scendendo le scale, l’aveva vista e aveva allertato i soccorsi. Era febbraio di tre anni fa.
L’indagine
Gli investigatori dorici hanno eseguito una serie di attività d’indagine e sono risaliti a tre giovani, due minorenni e un maggiorenne (per quest’ultimo, di San Severino, la posizione è stata stralciata). I due minorenni, all’epoca entrambi 17enni, sono uno di San Severino e l’altro di Civitanova. Sono accusati di violenza sessuale di gruppo. Per la procura dei minori, che ne ha chiesto il rinvio a giudizio, quella notte di tre anni fa avrebbero raggiunto Cerreto d’Esi insieme alla vittima e al maggiorenne, poi uno di loro, il 17enne settempedano, sarebbe entrato nell’androne di un palazzo con la giovane e lì l’avrebbe spogliata e costretta a subire un rapporto sessuale mentre gli altri due, all’esterno del palazzo, assistevano alla violenza e nel frattempo controllavano l’eventuale arrivo di qualcuno.
I riscontri
Nel corso delle indagini il gip del tribunale dei minorenni dispose una perizia psicologica per capire se la giovane, di origine straniera, fosse capace di riferire quanto le era accaduto e se fosse capace di testimoniare. La psicologa incaricata di eseguire l’esame concluse che sì, era in grado di riferire e raccontare ciò che avrebbe vissuto. Una volta chiuse le indagini la procura ha chiesto il rinvio a giudizio per entrambi i minori e il giudice ha fissato l’udienza preliminare che, dopo un rinvio, si terrà il prossimo ottobre. I minorenni sono difesi dagli avvocati Emanuele Senesi e Marco Subiaco, la giovane è tutelata dall’avvocato Luciano Maria Bora.