Due fratelli portano le ricette di mamma pugliese nel bar a Roma
C’è un locale a Roma con un tocco barese. Quella baresità che fa da calamita agli abitanti del quartiere (e non solo). Un bar lontano da Bari tanto quanto il caos della Capitale. Ci troviamo alla Balduina, una zona a pochi passi dal parco di Monte Ciocci, dove la celebre scritta “Ma dimmi quante volte hai visto il cielo sopra Roma e hai detto quant’è bello…” abbraccia il rione. Ed è proprio lì, a poco meno di 200 metri e sotto l’ombra di un’immensa brugmansia in fiore, che si nasconde l’attività gestita da due fratelli romani e dalla madre pugliese.
Una volta entrati dentro Il Baratro è curioso notare come la cucina tradizionale romana si alterni con quella pugliese, un filo rosso che unisce due mondi distanti quanto vicini. Ed è proprio la signora Rosa a intrecciare questi fili che legano le due anime del locale. “Il Baratro l’anno prossimo diventa maggiorenne – racconta Emiliano, uno dei due figli – È un bar tradizionale di quartiere ma è anche molto centrato sull’aperitivo, le birre artigianali e vini naturali”.
Due fratelli come i due stili dell’attività. Il lato moderno da un lato e quello old style dall’altro, con un angolo nascosto completamente tappezzato di etichette di alcolici. E poi c’è quell’insegna Snack Bar, l’unica silenziosa testimone di quello che è accaduto nel quartiere negli ultimi quarant’anni, la stessa età dei titolari. Probabilmente era presente anche quando la madre di Emiliano e Riccardo era arrivata nella città eterna da Ruvo di Puglia per cercare un lavoro. “Mamma venne proprio nella zona dove ora c’è il bar e dove c’era e sta ancora l’edicola di mio padre – spiega Emiliano – Ora loro praticamente vivono davanti al bar. Papà ha ancora l’edicola”.
La parte food del locale è nelle mani della signora Rosa che nonostante i tanti anni passati nel Lazio non ha mai dimenticato le ricette della cucina pugliese: “Il venerdì mamma fa sempre almeno 3 o 4 teglie di focaccia – ci dice Emiliano – come quella pugliese classica con il pomodorino e le olive ed è bella alta, croccante ma soffice all’interno. Ma fa anche altri tipi di focaccia come quelle con le patate o le cipolle rosse sopra che è spaventosamente buona, oltre a fare le frittelle di zucchine e di cipolle”.
È la signora Rosa a scegliere insieme al figlio Emiliano il menù, le birre artigianali e i vini naturali da proporre ai loro clienti romani e ai turisti che assediano la vicina Basilica di San Pietro nell’anno del Giubileo. E vanno tutti pazzi per le specialità pugliesi della signora Rosa, il cuore pulsante del bar: “Ovviamente riso patate e cozze non può mancare – prosegue Emiliano – ed è bravissima a fare la parmigiana di melanzane come la fa mia nonna giù in Puglia, e le orecchiette con le cime di rapa. C’è questa connessione Puglia-Roma e chiaramente non avanza mai niente”.
La signora Rosa non ha mai dimenticato la Puglia, un po’ come i tanti pugliesi emigrati nella Capitale. A volte scende nella sua Ruvo, anche da sola, per incontrare i fratelli e la madre. Una parte del tacco d’Italia che ha fatto conoscere anche ai suoi figli Emiliano e Riccardo fin da quando erano piccoli. L’ultima gita risale al 2021: “Ho visto Polignano, Alberobello e mi sono innamorato di Monopoli – confida Emiliano – e con la macchina sono andato da solo a Matera, passando anche per Altamura. Non nego che mi manca. Vediamo se ad agosto”.
È la storia di un bar di quartiere dove tutti si conoscono, un “raggruppamento di anime che convergono e diventano l’uno l’amico dell’altro”. Nessuno però aveva pensato che questa attività potesse fare anche da scenografia per uno spettacolo che racconta la storia di una famiglia romana come tante con la Puglia nel sangue.