Due diversi appartamenti, stessa vendita di cocaina al dettaglio: i retroscena dell’indagine
CAROVIGNO – Due appartamenti, altrettante coppie, un viavai sospetto. E l’accusa di spacciare cocaina al dettaglio. L’indagine della procura di Brindisi che ha portato ai tre arresti (e un obbligo di dimora) di ieri, mercoledì 30 luglio 2025, possono sì essere riassunte in poche parole, ma una sintesi estrema non renderebbe giustizia né ai carabinieri, né al fenomeno dello spaccio. Perché se c’è domanda, c’è offerta: la legge di mercato non mente. E, come si vedrà a breve, nelle indagini dei carabinieri della stazione di Carovigno, i clienti ci sono eccome. E anche le cessioni, che per gli inquirenti sarebbero 300. Sempre al dettaglio.
Dopo la richiesta del titolare del fascicolo – il pm Raffaele Casto -, e dopo gli interrogatori preventivi, ieri è scattato il blitz che ha dato seguito all’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Brindisi Vittorio Testi. Sono finiti ai domiciliari: Vincenzo Carlucci, 46 anni; Giuseppina Fasano, 33 anni (compagna di Carlucci); Luigi Vignola, 45 anni. Obbligo di dimora, invece, nei confronti della 37enne T.A., compagna di Vignola. Tutti e quattro risiedono a Carovigno e tutti e quattro rispondono dell’accusa di traffico di cocaina.
Le indagini dei carabinieri prendono le mosse all’inizio del 2024, dopo che un uomo estraneo a questa indagine era stato arrestato: aveva con sé “bianca”, destinata a un uso non esclusivamente personale. Secondo i militari custodiva lo stupefacente per conto di qualcun altro, cioè di Carluccio. Abita, insieme alla compagna “Giusy” Fasano, nello stesso condominio dell’uomo arrestato, non distante dalla caserma dei carabinieri. È qui che entrano in ballo le registrazioni video, che convincono militari e procura della bontà della pista.
L’attività vera e propria copre i primi mesi del 2024, i carabinieri fermano a volte alcuni acquirenti, che si recano anche in un altro stabile, dove abitano Vignola e la compagna. Le perquisizioni danno esito positivo, alcuni clienti spiegano da dove acquistano la droga al dettaglio. E negli inquirenti nasce l’impressione che alcuni indagati siano consapevoli dell’attività investigativa. Anzi, la stessa Fasano ammette, nell’interrogatorio preventivo, in parte gli addebiti, ma spiega di non aver proseguito dopo essersi resa conto delle indagini preliminari.
Gli interrogatori preventivi si sono tenuti il 23 luglio, i quattro indagati – assistiti dagli avvocati Vincenzo Lanzilotti e Luca Marzio – o si sono avvalsi della facoltà di non rispondere (Carluccio), o hanno negato gli addebiti (Vignola e la compagna), a eccezione di Fasano, come appena visto. Tutti e quattro sono ovviamente da ritenersi innocenti fino a eventuale sentenza di condanna, passata in giudicato. Le indagini preliminari, infatti, non sono ancora chiuse.
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