Marche

due dipendenti chiedono i danni


ANCONA Due dipendenti (uno ormai è diventato ex) fanno causa a Conerobus. Uno chiede un risarcimento che sfiora i 194mila euro, l’altro da 62mila euro per i danni patiti dopo il cambio di mansione all’interno dell’azienda. Al centro del ricorso presentato al giudice del lavoro c’è il trattamento a loro riservato dopo l’inchiesta esplosa nell’aprile del 2022 e che aveva messo sotto accusa sei dipendenti.

La sentenza

Dovevano rispondere di peculato per aver – questo sosteneva la procura – stampato e rivenduto senza il permesso dell’azienda i carnet dei biglietti, intascandosi i soldi. Il procedimento si è concluso con un nulla di fatto nel novembre del 2023, tra proscioglimenti e assoluzioni per gli incaricati di pubblico servizio. Una bolla di sapone, con cui gli operatori Conerobus hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Ora, due di loro hanno deciso di passare al contrattacco, citando a giudizio l’azienda di pubblico trasporto.

Questo perché, come spiegato nel ricorso presentato al giudice del lavoro dall’avvocato Patrizia Gambini dello studio Barigelletti, sarebbero stati costretti a un lungo periodo di stress fisico e psicologico. Un mese dopo la conclusione delle indagini – era maggio 2022 – nei confronti dei due era stato aperto un procedimento disciplinare, poi sospeso in attesa dell’esito del processo. All’epoca, erano addetti al servizio di biglietteria. A giugno nei loro confronti – stando a quanto ricostruito dal legale – era però scattato un trasferimento interno: uno era andato a fare l’autista dei bus, l’altro era stato adibito alla pulizia dei mezzi. Con le assoluzioni, i due hanno chiesto il reintegro alle rispettive mansioni, ma nel gennaio del 2024 sarebbe arrivato il diniego dell’azienda. La vendita dei biglietti, nel frattempo, è stata esternalizata a Conerobus Service. Di qui, la mancata possibilità di tornare alla mansione originaria.

I motivi

La questione del risarcimento è stata prima affrontata in sede stragiudiziale, ma è mancato l’accordo. Di qui, la causa incardinata in tribunale. La prima udienza è fissata per il 20 maggio. A chiedere il risarcimento maggiore è il dipendenti che è stato spostato alla pulizia dei bus. Stress psicologico e fisico (ma anche piccole differenze retributive) i motivi che hanno portato alla richiesta di pagare i danni all’azienda. Il lavoratore spostato alla guida, tra l’altro, un tempo faceva l’autista: aveva chiesto di essere tolto dalla strada a causa di alcuni problemi fisici. Ora, la parola al giudice.




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