“Due assassini”. Le prove alla base della tesi – Il Tempo

Le tracce genetiche, le impronte, il “linguaggio” del sangue sulla scena del crimine: il delitto di Garlasco fa discutere opinione pubblica ed esperti mentre la procura di Pavia indaga nuovamente sull’omicidio di Chiara Poggi nel 2007. Secondo Enrico Manieri, esperto di balistica e di blood pattern analysis e consulente tecnico in vari processi, è evidente che c’era “un secondo assassino sulla scena dell’omicidio”. I motivi? Per esempio nella casa non c’era solo l’impronta di una scarpa Frau numero 42, con la suola a pallini, ma anche di un’altra calzatura. “Davanti alla porta a libro che immette sulla scala della taverna di casa Poggi, è possibile rilevare delle tracce che non sono di una scarpa con la suola non a pallini ma a risalti rettangolari. Lo si evince dalle immagini fotografiche”, dice in una intervista a il Giorno.

Un’altra èpresente “sul primo gradino della scala”, e un’altra ancora “sulla parte di destra della scala, sotto la proiezione di sangue classificata con il numero 44 nella Consulenza tecnica del Ris di Parma del 2007. Non è mai stata analizzata né repertata. Entrambe le impronte sono quasi perpendicolari con l’impronta palmare repertata come 33. Qui si tratta della strisciata dello spigolo della suola che presenta delle righe orizzontali nella parte bassa. Dopo il primo gradino la scala compie una curva, tanto che il secondo e il terzo gradino assumono una conformazione quasi triangolare, che riduce notevolmente lo spazio di appoggio. Chi scende potrebbe essersi trovato in difficoltà con l’equilibrio o addirittura averlo perso, così da essere costretto ad appoggiarsi alla parete con la suola”.
Per l’esperto non posso essere state lasciate da operatori delle forze dell’ordine, quetso perché “nessuna delle ventisette paia di scarpe consegnate dalle persone che entrarono nella casa presenta suole con risalti rettangolari”.

L’esperto collega queste osservazioni con il ritrovamento, 11 giorni dopo l’omicidio, in un canale irriguo della zona di un sacco pieno di vestiti. “Conteneva indumenti e un paio di scarpe marca Mister Valentino numero 43, di colore marrone. Le suole avevano dei risalti regolari che ritengo compatibili con le impronte in casa Poggi”, afferma Manieri. All’epoca i test esclusero presenza di sangue su indumenti e scarpe. Ma il test del Luminol “diede esito positivo, nel senso che fece emergere due aree di luminescenza, una su ciascuna scarpa. Poi fu eseguito il Combur e l’esito risultò negativo. Le scarpe non vennero più considerate e successivamente finirono per essere distrutte. Almeno, così si dice”, afferma l’esperto.
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