«Due anni fa è iniziata la nostra storia, dopo due separazioni. I suoi figli ora vogliono conoscermi. Io no, il solo pensiero delle uscite con i figli di entrambi mi disgusta. C’è nessuno su questa terra che la pensa come me?». Risponde Elena Di Cioccio
Buon anniversario a Noi!
Carissime e carissimi, questa è la 50esima puntata di Segreti, il vostro spazio privato qui su Vanity Fair (per scriverci, in anonimo: andate qui). Ridendo, scherzando, approfondendo e confrontandoci gli uni con gli altri, siamo arrivati alla 50 esima uscita di questa rubrica nata per caso da una idea di Silvia Bombino e diventata un appuntamento fisso con le vostre confessioni.
Vi ringraziamo per l’affetto e la fiducia sia di ci affida il proprio segreto, sia di chi apprezza leggerci ogni venerdì. Ringraziamo anche chi ci critica, come questa persona che, al posto di salvare il mondo, ha speso minuti preziosi per scrivere alla stanza anonima aperta 24h24 al fine di redarguirci con toni amichevoli: «fate schifo con tante vicende importanti e costruttive». Subodoro che il tema dell’ultima puntata abbia pigiato qualche pulsante irrequieto che costui/costei deve aver nascosto nell’animo. Pazienza. Noi continuiamo ad occuparci di ciò che ci sta a cuore più di tutto: le persone con tutte le loro differenti lotte quotidiane tra amori, passioni, delusioni e voglia di autoaffermarsi. Non sempre ci si riesce, ma almeno ci si prova. La settimana scorsa abbiamo pubblicato la lettera di una donna che ha amato un’altra donna e che per varie ragioni ha trasformato questo amore in amicizia. Questi alcuni dei vostri messaggi:
«Era giusto così è stato bello finché è durato ❤»
«Insomma hanno condannato due uomini a non incontrare il vero amore della loro vita, i figli a vivere una bugia. Insomma alla fine della fiera per mancanza di coraggio sono state più egoiste dell’egoismo stesso. Avrebbero insegnato a tutti cosa volesse dire il vero amore ed il coraggio. Peccato. Occasione sprecata».
«Probabilmente i loro marito sono distrutti, e le due donne hanno rovinato le loro vite non seguendo l’amore che nutrivano».
«Se fossero state davvero coraggiose non si sarebbero lasciate. E avrebbero veramente insegnato qualcosa anche ad altri».
«Grandi donne».
Questa settimana, invece, grazie alla lettera di una amica segreta, alziamo in polverone sul un tema divisivo ma alquanto diffuso su cui mi aspetto una pioggia di commenti: la «non voglia di fare la famiglia allargata», il desiderio di costruire relazioni di secondo letto che non coinvolgano necessariamente anche i nuclei dei precedenti legami. Vediamo che succede. Intanto se avete voglia di scrivermi il vostro segreto o semplicemente un vostro commento, fatelo qui in perfetto anonimato nella nostra stanza inclusiva, libera e senza veli.
Buona lettura.
Elena
Due anni fa è iniziata la nostra storia. Dopo due separazioni. Un uomo molto concreto che mi ama molto e con cui ho una forte passione. Mia figlia l’ha visto due volte. Due scambi di parole. Una stretta di mano. I suoi due figli io non li ho mai visti. Da poco sanno di me, hanno espresso il desiderio di conoscermi. Io non solo non ho la minima voglia di farlo. Il solo pensiero di dividere la nostra relazione in banali uscite con i figli di entrambi mi disgusta. Vorrei essere libera in una relazione tra adulti che vogliono godersi la vita senza figli in mezzo. Questa prospettiva non è la vita che fa per me. Le famiglie allargate non fanno per me. Passare le ferie con i figli mi fa passare la voglia di andare in ferie. C’è nessuno su questa terra che la pensa come me? O devo essere sempre denigrata come la peggiore delle donne?
10 minuti di applausi, direbbero in molti! 10 minuti di cazziatoni direbbero gli altri. Cara amica, ben consapevole che questa lettera scatenerà un fuoco di incrociato di opinioni, vogliamo sottolineare quanta audacia ci vuole, oggi nell’epoca del politically correct quasi puritano, a dire che i figli degli altri non ci interessano? Che non sentiamo il bisogno di diventare «la compagna ufficiale» o «la nuova mamma»? Che non ci interessa diventare quella che partecipa alle feste compleanno, che mantiene buoni rapporti con le mamme dei figli di lui, quella che adora passare il ferragosto a giocare a UNO in spiaggia con tutti i figli riuniti sotto l’ombrellone? Tantissima audacia e un pizzico di coraggiosa autodeterminazione. Assieme alle critiche, che non mancano mai come il sale ben dosato su di un buon piatto, credo che ti arriveranno anche diversi ringraziamenti per queste tue affermazioni. Non perché ci sia un giudizio morale, un giusto o sbagliato, ma perché è tutto vero. Ed il tuo vero, è onesto e condivisibile. Sono tante, tantissime le persone che si sentono come te e non lo dicono, ma lo vivono in silenzio e si adeguano per paura di sembrare egoiste o «sbagliate». Che male c’è ad avere le idee chiare su ciò che si vuole? Si può essere vivi e felici anche senza fare le vacanze in gruppo famiglia, senza coinvolgere tutto e tutti. Si può voler vivere una relazione tra adulti, senza etichette o convenzioni, senza vocazione familiare condivisa, e questo non ci rende mostri. Semmai ci rende onesti. Io trovo la tua lettera è un atto di ribellione piccolo ma potentissimo, come quando Frida Kahlo scriveva: «Ho subito due gravi incidenti nella mia vita: il primo è stato l’autobus che mi investì. Il secondo è stato Diego (il marito con cui aveva una relazione burrascosa, ndr)». Tu, dopo le separazioni, ora non vuoi essere investita da un autobus di figli altrui che ti tolgono spazio proprio nel momento in cui hai ritrovato passione e concretezza. Allargare la famiglia è una scelta che può essere fatta oppure no, non esiste il dovere morale di essere automaticamente accogliente, materna, pacificatrice, perché se questo paradigma non ti somiglia, a forzarlo darà vita solo a dinamiche interne infelici. Non sei sbagliata, sei semplicemente una donna che non vuole dividere il proprio tempo con figli non suoi. Esistono tante persone che scelgono la coppia come isola e non come villaggio. Non fa notizia, ma esiste. «Amare qualcuno significa volerlo libero» diceva Emily, ne La sposa Cadavere e potrebbe essere ciò che anche tu desideri: essere amata così, senza l’obbligo di farti piacere qualcosa che ti opprime. Vivere una relazione tra adulti senza interferenze, non è un delitto, è una forma di chiarezza affettiva, è un desiderio legittimo. Certo sarà un pochino più machiavellico far convivere relazione e famiglia, ma è possibile farlo. Ti devo dire che in passato non la pensavo così come oggi scrivo, ero convinta che un lui e una lei dovessero automaticamente accettare e amare i figli di primo letto. Mi sbagliavo. Così come è un errore imporre ai figli i nuovi compagni, è errato anche imporre la frequentazione della prole. Le relazioni allargate funzionano solo quando c’è vera disponibilità da parte di tutti. Altrimenti diventano una tortura silenziosa per tutti . Per concludere direi che la risposta è no! Non sei la peggiore delle donne. Sei solo una delle poche che ha il coraggio di ammettere che non sempre l’amore deve passare dalla porta di una famiglia allargata e che, a volte, l’unico allargamento auspicabile è quello della libertà reciproca. L’importante, come sempre, è essere sincera: con te stessa, prima di tutto, e poi con il tuo compagno. Perché anche lui ha il diritto di sapere qual è la tua posizione, e di scegliere che tipo di vita vuole costruire. Insieme, o altrove.
Source link