Emilia Romagna

dove i maggiori decessi e cosa raccontato i dati su Bologna

Se l’Emilia Romagna non si piazza nella zona rossa, ovvero tra le Regioni con il maggior numero di morti sul lavoro registrati nel 2024, Bologna è invece tra le città metropolitane italiane che ha contato il maggior numero di lenzuoli bianchi tra gennaio e novembre dello scorso anno: 18 i decessi sul nostro territorio, pari a un indice di incidenza sugli occupati del 37,9%. Siamo in 39esima posizione tra le province italiane con maggiore mortalità tra gli occupati e al quarto posto tra le città metropolitane, dietro solo a Palermo (che è al 18° posto), Messina (25°), Napoli (37°). È la fotografia – preoccupante – scattata dall’ultima indagine dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering su dati Inail. A rendere le tinti più fosche per il Bolognese, i gravi incidenti allo stabilimento Toyota (due le vittime) e a Suviana (sette le vittime). 

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La situazione in Italia

Più in generale, com’è la situazione in Italia? “Sono già mille le vittime sul lavoro nel nostro Paese da inizio 2024 a fine novembre. E manca ancora un mese per chiudere il tragico bilancio di fine anno. I numeri parlano di un incremento degli infortuni mortali rispetto al 2023: erano infatti 968 a fine novembre del 2023. Stiamo parlando dunque di 32 vite spezzate in più nel 2024”. Così Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio, riassume lo scenario.

I riflettori della sicurezza sul lavoro per Rossato dovrebbero essere puntati sui dati relativi al settore delle costruzioni e ai lavoratori stranieri: “Sono soprattutto i cantieri a uccidere – 147 le vittime. Dopo il settore delle costruzioni seguono quello trasporti e magazzinaggio (99), attività manifatturiere (94) e commercio (51)-. E ancora, come nel passato, i lavoratori stranieri fanno rilevare un’incidenza infortunistica ben superiore alla media nazionale. Dobbiamo proteggere in modo molto più efficace i lavoratori stranieri, lavorando sulla formazione per superare le frequenti difficoltà legate alla comprensione della nostra lingua e a un background culturale molto diverso dal nostro”.

Alla fine di novembre del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 147. Seguito da Trasporti e Magazzinaggio (99), dalle Attività Manifatturiere (94) e dal Commercio (51).

Morti sul lavoro Regioni Italia_2024

Indice incidenza morti sul lavoro per Regione

 *numero di infortuni mortali ogni milione di occupati

 **dati ISTAT (2023)

Rischio di morte, regione per regione

A finire in zona rossa a fine novembre 2024 con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=indice incidenza medio, pari a 31,0 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono Basilicata, Valle d’Aosta, Umbria, Trentino-Alto Adige, Campania, Sardegna e Sicilia. In zona arancione: Molise, Puglia, Emilia-Romagna e Calabria. In zona gialla: Liguria, Abruzzo, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Toscana. In zona bianca: Veneto e Marche.

Numeri alla mano, sono 1.000 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 731 in occasione di lavoro (14 in meno rispetto a novembre 2023) e 269 in itinere (46 in più rispetto a novembre 2023). Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (121). Seguono: Campania (73), Emilia-Romagna (68), Lazio (67), Sicilia (57), Veneto (49), Piemonte (48), Puglia (44), Toscana (39), Sardegna (24), Trentino-Alto Adige (23), Liguria (19), Calabria (18) Umbria (17), Abruzzo e Basilicata (15), Friuli-Venezia Giulia (14), Marche (12), Valle d’Aosta e Molise (4).  Dati morti sul lavoro per provincia-2

(Qui la classifica completa delle morti sul lavoro, provincia per provincia)

Lavoratori stranieri: rischio infortunio mortale più che doppio rispetto agli italiani

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a novembre nel 2024 sono 164 su un totale di 731, con un rischio di morte sul lavoro che continua a essere più che doppio rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 69,1 morti ogni milione di occupati, contro i 26,7 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro.

Infortuni

Anche nei primi undici mesi dell’anno l’Osservatorio Vega di Mestre elabora l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (per milione di occupati).

Un dato, quest’ultimo, che continua a essere preoccupante tra i lavoratori più anziani. Infatti, l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza di 131,5), seguita dalla fascia di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 49,7).

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (254 su un totale di 731).

Genere e nazionalità vittime: i dati 

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro tra gennaio e la fine di novembre 2024 sono 50, mentre 30 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 164, mentre sono 45 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere.

Il martedì risulta essere anche a fine novembre il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi undici mesi dell’anno (20,2%).

Denunce

Le denunce di infortunio totali crescono circa dello 0,09% rispetto a novembre 2023; erano 542.568 a fine novembre 2023, nel 2024 sono passate a 543.039.

Anche a fine novembre del 2024 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (65.777). Seguono: Costruzioni (34.414), Sanità (33.660), Trasporto e Magazzinaggio (31.958) e Commercio (30.385).

Le denunce di infortunio totali delle lavoratrici da gennaio a novembre 2024 sono state 193.606, quelle dei colleghi uomini 349.433.

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (esclusi dunque gli infortuni in itinere) sono 452.413 a fine novembre 2024: 150.316 le donne e 302.097 gli uomini.

Le denunce di infortunio in occasione di lavoro degli italiani sono 358.200, mentre degli stranieri sono 94.213.

La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella che va dai 45 ai 54 anni con 120.258 denunce (il 22,1% del totale).

Legenda indagine  

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

  • Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale
  • Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale
  • Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale
  • Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale

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