Salute

Dottor picchiatore: architettura, legge, biologia e quei pugili che si laureano con in faccia i segni del combattimento

II superleggero, che a maggio andrà a disputare il titolo italiano, ha discusso la tesi di laurea con il volto segnato a causa di una sessione di sparring in cui non si è tirato indietro né lui né il compagno di palestra. Mauro Loli ha conseguito una laurea magistrale in “Biologia della nutrizione umana” con 110, aveva precedentemente concluso anche la triennale di Architettura, senza però troppo entusiasmo, con 94. Il welter Riccardo Crepaldi, appena tornato con la mandibola messa male da un match nell’iconica York Hall di Londra, si è laureato in “Scienze motorie” e in “Scienze e tecniche dell’attività motoria“. “Il giorno della mia laurea magistrale – racconta Crepaldi a ilfattoquotidiano.it – ho festeggiato con petto di pollo e acqua naturale perché la settimana successiva avrei combattuto e dovevo rientrare nel peso della mia categoria”. Aveva appena preso 110 e lode. Sono davvero tanti i pugili italiani professionisti che, contro ad ogni stereotipo sul pugilato “brutto, sporco e cattivo”, sono andati all’università. Antonio Carlesimo, peso massimo designato a combattere per il titolo italiano, si è laureato in Giurisprudenza. “Più di una volta sono andato a fare l’esame – dice a ilfattoquotidiano.it – con delle escoriazioni in viso dopo un allenamento e spesso al docente dicevo di essere un giocatore di rugby per evitare i soliti pregiudizi sulla boxe”.

Claudio Squeo a giugno vola in Australia per il titolo mondiale IBF dei massimi leggeri, è l’occasione della vita per un pugile. Ha sia la laurea magistrale in Giurisprudenza e sta prendendo quella, sempre specialistica, in Scienze Motorie. Parecchi pugili hanno scelto il percorso universitario che porta all’insegnamento di Educazione Fisica, come il cruiser Roberto Lizzi, il medio Daniele Reggi e il massimo Alfonso Damiani, che già è professore nelle scuole secondarie. Il mediomassimo Vincenzo Lizzi (fratello di Roberto) ha una laurea specialistica in “Economia e gestione dell’impresa”, 110 e lode il voto finale. Dmytro Tonyshev, peso massimo, si è invece laureato in Fisioterapista a Padova. “La mia non è stata la classica scuola universitaria italiana – racconta il romano Matteo Moroni – mi sono diplomato come perito informatico e ho accettato un’offerta lavorativa in Svizzera. L’azienda stessa mi ha fatto fare un percorso di studi con professori specializzati e ho conseguito la qualifica di ingegnere informatico“.

Il triestino Luca Chiancone si è appena ritirato dall’attività per un problema all’occhio, dopo essere stato negli ultimi anni uno dei protagonisti del panorama pugilistico italiano. “Io mi sono laureato con 104 in Design del prodotto industriale presso l’ISIA Roma Design (sezione di Pordenone). Da fuorisede mi allenavo lì durante la settimana: a lezione fino alle 18, poi allenamento e di notte sui libri”. Caso particolare quello del campione italiano con grandi ambizioni europee, Jonathan Kogasso. Il ragazzo, che parla quattro lingue, all’Università (di Pavia) ci lavora, assunto tramite concorso alla Biblioteca di Giurisprudenza.

L’articolo Dottor picchiatore: architettura, legge, biologia e quei pugili che si laureano con in faccia i segni del combattimento proviene da Il Fatto Quotidiano.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »