Dopo gli spari il manager si risveglia. L’ex sciatrice Schenone trasferita in casa di cura
Il manager Stefano Milanese si è svegliato, è cosciente ed è stato estubato, la prognosi resta riservata. Ieri il 53enne colpito da due dei quattro proiettili esplosi venerdì dall’ex sciatrice olimpica Vera Schenone è tornato in sala operatoria, alle Molinette, per la seconda parte dell’intervento eseguito dall’équipe di Mauro Santarelli: l’operazione è riuscita. I medici hanno provato a risvegliarlo dal coma farmacologico e, in serata, ha risposto agli stimoli. È ancora ricoverato nella terapia intensiva diretta da Marinella Zanierato.
La testimonianza dell’uomo, appena potrà essere sentito, sarà fondamentale per fugare ogni dubbio sui motivi che hanno portato Schenone a sparare. Intanto l’ex azzurra andrà ai domiciliari in una struttura sanitaria fuori Torino, dove si trattano le patologie legate alle degenerazioni dell’età.


In giornata sarà trasferita dal reparto di psichiatria delle Molinette, dove si trova dal giorno dell’arresto per il tentato omicidio aggravato del vicino nella sua villa di strada Cantamerla sulla collina di Moncalieri, a una casa di cura in Piemonte ma lontana dal capoluogo.
L’arresto è stato convalidato ieri, il pubblico ministero Paolo Toso aveva disposto la permanenza nel reparto di psichiatria, gli avvocati Francesca Peyron e Lorenzo Imperato hanno invece presentato un’istanza per il trasferimento dell’84enne affetta da problemi degenerativi della memoria in un’altra struttura. Il giudice ha deciso di accoglierla. «Vista l’età della signora e viste le condizioni di salute da accertare», spiega Peyron.
Schenone era in cura da un geriatra ma mai, finora, per problemi di natura psichica.


La donna ha raccontato di aver agito perché Milanese «infastidiva la volpe» che lei aveva provato ad addomesticare ed era solita nutrire nel parco. Ma nelle scorse ore ha parlato anche di cani e di un cardellino. Durante la convalida dell’arresto si è invece avvalsa della facoltà di non rispondere. Agli avvocati ha chiesto come sta l’uomo a cui ha sparato, poi si è chiusa nel silenzio. «È confusa — racconta Peyron — ricorda a tratti, poi dimentica, poi ricorda nuovamente e dimentica».
È stato Milanese a chiamare i soccorsi dopo essere stato ferito, mentre la compagna in casa con lui è fuggita per paura dopo avere sentito gli spari. «Sono a casa, mi hanno sparato», ha detto.
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