Emilia Romagna

dopo aver fatto il giro della regione, la mostra di Elisabeth Ubbe sbarca a Rimini


Inaugurata oggi, 20 novembre, la mostra fotografica “The invisible breasts – Seni invisibili”. Alla Galleria dell’Immagine e all’ospedale di Rimini si trovano attualmente esposte le immagini di donne in allattamento dell’artista svedese Elisabeth Ubbe. “Quale è il posto dell’allattamento e della donna nella società attuale? E con quali occhi noi dovremmo guardarla?”. Sono queste le domande che ci pone l’esposizione itinerante, composta da una quarantina di scatti, e che dopo il successo delle tappe di Bologna, Cesena, Reggio Emilia e Imola, arriva a Rimini e resterà aperta al pubblico fino al 22 dicembre in entrambi gli spazi espositivi.

Con questo progetto, la Regione Emilia-Romagna e l’Ausl della Romagna, che organizzano l’iniziativa con il patrocinio del Comune di Rimini, ribadiscono il proprio sostegno all’allattamento come pratica di salute, elemento di consapevolezza delle donne e dei genitori, nonché di facilitazione della relazione con la bambina e il bambino.

“Le immagini di questa mostra ci invitano a riflettere con una rara potenza sulla percezione e sull’atto dell’allattamento e, ancora più in generale, sul ruolo della donna nella società di oggi – ha sottolineato nel suo saluto Francesca Mattei, assessora alle Politiche giovanili del Comune di Rimini -. Questa esposizione, patrocinata dal Comune, oltre a farsi ‘racconto fotografico’, è un modo per interrogarsi sui pregiudizi e sulle sfide intorno all’esperienza della maternità e alla libertà effettiva delle donne. Fare tutto questo in due sedi, ovvero una all’ospedale Infermi e l’altra alla Galleria dell’Immagine, permette di estendere e diffondere ancora di più questo importante messaggio”.

Parole, quelle dell’assessora, sottoscritte anche da Francesca Raggi, direttrice del presidio medico ospedaliero Rimini-Santarcangelo-Novafeltria. “Queste immagini parlano di amore infinito, del gesto di amore per eccellenza. Fra l’altro, il nostro ospedale ha storicamente una vocazione per l’area materno-infantile e da un po’ di tempo a questa parte si è sempre più aperto alla comunità, promuovendo la continuità dei percorsi e rinnovando il contratto di fiducia con i cittadini”.

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“Dopo tanti progressi tecnologici nella cura dei bambini, si conferma come l’allattamento sia il principale determinante di salute fisica e mentale, attuale e futura, dei bambini e della società, a bassissimo costo – ha rimarcato nel suo intervento Gina Ancora, direttore della Terapia intensiva neonatale di Rimini -. Il latte materno è un tessuto vivo la cui composizione si adatta ai ritmi del bambino. Allattare richiede fiducia, cultura e sostegno da parte di tutti, a partire dai vertici delle aziende sanitarie per arrivare a tutti i professionisti e diffondersi poi verso la società ed i servizi educativi”.

“Il progetto è nato nel 2013 in Svezia, mio Paese natale, quando le donne che allattavano in luoghi pubblici venivano infastidite da altre persone, quindi con la finalità di opporsi a questa forma di intolleranza – ha spiegato Elisabeth Ubbe, autrice degli scatti –. Non sostenere l’allattamento, volendo darne un’immagine diversa, è una forma di violenza, passiva e sistematica, contro le donne, che spesso vengono ritratte come fragili e sofferenti. È per questo che ho scelto di mostrare queste donne nella quotidianità dell’allattamento, mentre l’unica foto studiata a tavolino è quella della copertina della mostra e del libro”.

 


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