Dopo 450 anni di storia ritorna all’antico splendore l’antica chiesetta di Valverde
NUORO – L’antica chiesetta di Valverde, luogo particolarmente caro ai nuoresi, legato a memorie deleddiane e alla figura dell’indimenticato monsignor Ottorino Alberti, riapre a breve al pubblico dopo accurati lavori di restauro. I lavori portano la firma dell’architetto che ha diretto i lavori, Manuela Rita Porcu, eseguiti su progetto dell’architetto Leonardo Reggiani, due giovani tecnici titolari di studio in città, dopo la laurea alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze e con un’esperienza professionale nel capoluogo toscano fino al 2006.

Gli architetti Manuela Rita Porcu e Leonardo Reggiani
Architetto Reggiani, con la sua collega avete avuto precedenti esperienze lavorative nel settore in Sardegna? – «Lavoriamo in Sardegna in dal 2006, dove abbiamo iniziato a collaborare a Nuoro con l’Ufficio Diocesano dei Beni Culturali ed Edilizia di Culto fino al 2018. Dal 2008 al 2011, per conto di uno studio di architettura di Firenze, abbiamo diretto il restauro della Casa natale del poeta Sebastiano Satta, della chiesa di San Giovanni Battista di Budoni, della chiesa di San Carlo a Nuoro e della chiesa di Santa Caterina a Orune e dell’Episcopio di Nuoro; a seguire la messa in sicurezza dei costoni rocciosi del Castello di Burgos, il centro Caritas di via Lamarmora a Nuoro e del fabbricato ex POA in via Lombardia, destinato a mensa e appartamenti per sacerdoti».

La facciata di Valverde restaurata (foto S.Novellu)
Architetto Porcu, come è nato il progetto di restauro dell’antica chiesa di Valverde? – «L’idea di partecipare al bando di restauro della chiesetta di Valverde è nata da un sogno. Al risveglio con il collega Reggiani abbiamo verificato l’esistenza di bandi europei per il restauro di beni architettonici, scoprendo in extremis il bando RAS – PNRR che stava per scadere e che prevedeva il recupero di chiese campestri di rilevanza storico-architettonica. Nonostante la scadenza imminente rendesse l’impresa quasi impossibile, abbiamo scartato l’idea iniziale di candidare la chiesa di Nostra Signora del Monte (già restaurata) e ci siamo concentrati sulla chiesetta di Valverde, immersa nella bellissima vallata di Goine. A un primo sopralluogo ci siamo resi conto che l’edificio necessitava di un intervento di restauro profondo, contattiamo così la proprietà e subito veniamo accolti con entusiasmo anche perché, dalla scomparsa di monsignor Alberti gli interventi di manutenzione si erano ridimensionati all’essenziale. Bisognava quindi eseguire un rilievo, stilare un progetto di massima, richiedere tutte le autorizzazioni».

La chiesa di Valverde prima il restauro
Con quali finanziamenti siete andati avanti? – «Il progetto finanziato è stato finanziato con la Misura di “Rigenerazione di piccoli siti culturali, patrimonio culturale, religioso e rurale” ma, trattandosi di un bene privato (della famiglia Alberti – Costa), la Regione Sardegna copriva “solo” dell’80% della spesa. Ci siamo così rivolti alla Fondazione di Sardegna, che ha contribuito, fuori bando, al resto del finanziamento. I lavori sono iniziati e andati avanti a ritmo serrato, per rispettare le tempistiche di rendicontazione alla RAS. A ottobre 2024 si è presentata la possibilità di un ulteriore finanziamento regionale, pari ad € 70.000, e a febbraio 2025 l’assegnazione di un ulteriore contributo per il completamento e la messa a norma ed in sicurezza del santuario di Nostra Signora di Valverde. L’importo complessivo del contributo è stato pari a circa € 223.000 , le restanti spese sono state assunte dalla proprietà. Per quanto soddisfatti dei finanziamenti ottenuti, le erogazioni dilatate nel tempo hanno condizionato in parte alcune scelte progettuali, per cui non si escludono ulteriori interventi migliorativi mediante l’impiego di nuovi fondi, anche privati, tenendo conto che un bene architettonico che ha una valenza storico-culturale come questo, necessita di una costante manutenzione. L’eventuale passo successivo sarà dedicato al restauro del presbiterio, come concordato con la Soprintendenza, a seguito di presentazione della Verifica d’interesse Culturale. Con ulteriori contributi si potrebbe, inoltre restaurare alcune parti del pavimento dell’aula risalente agli anni ‘70, ormai degradato, come rinnovare la pavimentazione del loggiato in parte sconnessa. Infine sarebbe auspicabile implementare l’illuminazione esterna ed eseguire la sistemazione della strada di accesso alla località».

La chiesa di Valverde prima e dopo il restauro
Architetto Reggiani, in che stato avete trovato la chiesa prima del vostro intervento? – «La chiesa si presentava in precarie condizioni con infiltrazioni dal tetto sia nell’aula che nelle cumbessias; di conseguenza, anche gli intonaci delle pareti erano parzialmente deteriorati . Più sana invece la parete rivolta a sud, riparata anche dal loggiato. Anche gli intonaci esterni presentavano cedimenti, presenza di muschi e licheni, oltre vegetazione infestante sulle facciate di pietra dei prospetti posti a nord ed ovest. Il manto di copertura presentava numerosi coppi rotti. L’orditura lignea della copertura presentava tracce di tarli. Le due cumbessias oggetto di restauro erano sprovviste di vespaio e pavimentazione e una persino della finestra mentre l’impianto elettrico risultava da mettere a norma».

L’interno della chiesa di Valverde dopo il restauro
Avete trovato qualche sorpresa durante il vostro intervento? – «Già da prima del restauro si era notato che nella parte alta di una delle cumbessia (detta “vecchia sagrestia”), al confine con l’aula, si intravedeva un arco ben visibile anche nella navata. Un arco simile si ripropone anche sulla parete destra dell’aula guardando il presbiterio. E’ chiaro, dunque, che in quel punto, in luogo delle cumbessias, originariamente si sviluppava un transetto a formare una croce latina».

Una delle cumbessias prima del restauro
«La necessità di ricavare degli spazi indipendenti – prosegue -, da utilizzare ordinariamente, ha determinato la chiusura dei due archi destinando questi ambienti ad altre funzioni. Durante la fase di ripristino degli intonaci della cumbessia è stata rinvenuta una finestrella murata posta in alto sul lato ovest oltre la presenza di una piccola apertura murata di collegamento con l’aula. Dunque, a buon titolo, si può dire che fino a una certa data tale ambiente abbia costituito la sagrestia della chiesa, come si vede anche da cippo della campana ubicato sul lato sinistro del transetto. L’intervento di revisione intonaci dell’aula, inoltre, ha messo in luce l’arco di scarico dove è presente l’ingresso principale e la vetrata, mentre nell’altra cumbessia è stata ritrovata, sulla parete destra rispetto all’ingresso, una nicchia probabilmente esito di un vecchio camino. L’attuale asseto della orditura muraria, però, non ha consentito il recupero di nessuna di queste evidenze».

Una delle cumbessias dopo del restauro
Siete soddisfatti di questo vostro lavoro di recupero di questa chiesetta tanto cara ai nuoresi e alla memoria di mons. Ottorino Alberti, che ne fu geloso custode? – «Abbiamo affrontato il progetto con grande entusiasmo, perché bene conoscevamo la chiesa e il bellissimo paesaggio nel quale è inserita, alle pendici del Monte Ortobene, luogo tanto caro agli scrittori, tra cui in primis Grazia Deledda, ai poeti e agli amanti della natura e delle tradizioni nuoresi. Ci siamo sentiti privilegiati e guidati da qualcosa di più grande, consci che questo progetto rappresentava per la città una buona occasione per non dimenticare le nostre tradizioni, i luoghi della memoria e della fede. Questo progetto inoltre, ci ha dato l’occasione per promuovere e privilegiare le maestranze locali, creando un piccolo indotto economico per la città nella quale viviamo».

Fedeli a Valverde prima del restauro (foto S.Novellu)
Dopo la riqualificazione si apriranno nuove prospettive per il sito? – «Il bando PNRR, che vincola il bene nei suoi spazi e destinazione per i prossimi 5 anni, permetterà alla proprietà di rendere un servizio alla comunità e al territorio, anche attraverso le associazioni locali, con visite guidate, previo appuntamento, il sabato e la domenica pomeriggio. Oltre a questo, il sito potrà essere utilizzato, oltre a fini religiosi, anche per iniziative comunitarie e culturali».
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