Friuli Venezia Giulia

Dopo 13 anni il relitto dello Stella riemerge davvero: via al restauro

Dopo diversi anni alla ricerca di una collocazione adatta, il relitto medievale scoperto nel 2012 sul fiume Stella ha finalmente trovato una nuova destinazione. Il manufatto, rinvenuto durante lavori del Consorzio di Bonifica Pianura Friulana e sotto sorveglianza archeologica della cooperativa ArcheoLab, è stato spostato nei giorni scorsi presso i Cantieri Marina San Giorgio, a San Giorgio di Nogaro. La movimentazione del reperto non è stata semplice: le sue dimensioni, la struttura in acciaio che lo contiene e l’estrema fragilità del legno avevano finora impedito di individuare un luogo sicuro che potesse ospitarlo.

Movimentazione relitto

La sponsorizzazione tecnica che ha sbloccato la situazione

La svolta è arrivata grazie alla disponibilità di Davide Piccinin, amministratore unico dei Cantieri Marina San Giorgio, che ha offerto spazi idonei per il ricovero del relitto e si è fatto carico delle spese di gestione per i prossimi tre anni. La Soprintendenza ha autorizzato la sponsorizzazione dopo aver verificato il rispetto di tutti i requisiti di sicurezza, conservazione e tutela del bene culturale. Il relitto è stato trasferito dai restauratori della ditta Malvestio Diego & C. snc e ora riposa immerso in acqua all’interno di una vasca rinforzata, in attesa dell’inizio degli interventi.

Al via la gara per il restauro

La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia – responsabile scientifica l’archeologa Giorgia Musina – ha pubblicato da poco l’avviso per raccogliere manifestazioni di interesse alla gara di appalto per il restauro. Il primo step prevede un trattamento demineralizzante, necessario per rimuovere il ferro accumulato nel legno durante i secoli. Successivamente avverrà il consolidamento attraverso prodotti specifici, indispensabili per preservare il manufatto nel lungo periodo.

Un relitto unico nel panorama europeo

L’imbarcazione, datata tra XI e XIII secolo grazie alle analisi al radiocarbonio, è stata trovata quasi completamente integra lungo l’antico corso dell’Anaxum, il nome romano del fiume Stella. Lo scafo si conserva per tutta la sua lunghezza, un fatto rarissimo per un contesto fluviale medievale. Gli studi condotti da Massimo Capulli, docente di Archeologia Subacquea all’Università di Udine, hanno confermato l’eccezionalità del ritrovamento: in Europa non esistono altri manufatti di questa tipologia e di questa epoca, se non parziali confronti con relitti del Mediterraneo orientale. Si tratta di un’imbarcazione costruita per muoversi in acque interne, tra fiume, laguna e forse piccoli spostamenti costieri: un modello di transizione tra le tecniche costruttive antiche e quelle medievali-moderne.

Un patrimonio destinato a tornare alla comunità

Una volta restaurato, il relitto tornerà a disposizione del pubblico come una delle testimonianze più importanti di archeologia navale del Friuli Venezia Giulia. Un reperto capace di raccontare la centralità del fiume Stella nei collegamenti e negli scambi dell’Alto Adriatico in piena epoca medievale.


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