Donna e bambina trovate morte a Villa Pamphili sono madre e figlia
Il sospetto è diventato una tragica certezza: la donna e la bambina di pochi mesi trovate senza vita sabato 7 giugno nel verde di Villa Pamphili erano madre e figlia.
La conferma è arrivata dall’esame del DNA, aggiungendo un tassello cruciale a un “doppio giallo” che da giorni tiene in scacco gli investigatori e scuote l’intera Capitale.
Ora, con il legame di parentela accertato, le indagini della Squadra Mobile potrebbero stringere il cerchio, cercando di dare un nome e una storia a due vite spezzate nel cuore di uno dei parchi più amati di Roma.
I tatuaggi e le segnalazioni: un puzzle da ricomporre
Nelle ultime ore, un nuovo elemento ha acceso i riflettori sulla vicenda. Nella serata di lunedì 9 giugno, la Polizia ha diffuso i dettagli dei tatuaggi presenti sul corpo della donna, rinvenuta a circa 300 metri dalla piccola.
Quattro disegni, resi pubblici nella speranza che qualcuno possa riconoscerli. Diverse le chiamate giunte al 112, segnalazioni che ora sono al vaglio degli inquirenti.
La loro attendibilità è fondamentale per arrivare all’identificazione della donna, descritta con lineamenti caucasici, età tra i 20 e i 30 anni, capelli chiari, alta 164 cm per 58 kg. Sia lei che la bambina – la cui età oscilla tra i sei mesi e un anno – potrebbero provenire dall’Est o dal Nord Europa.
Sul tavolo degli investigatori, in queste ore cruciali, ci sarebbero almeno due segnalazioni considerate particolarmente interessanti. Una donna avrebbe riferito di aver visto venerdì sera, proprio a Villa Pamphili, un uomo con una bambina in braccio nei pressi del luogo del ritrovamento.
Un racconto che trova un inquietante riscontro nella testimonianza di tre minorenni, che hanno contattato il 112 fornendo la stessa versione: un uomo che si aggirava nella villa con in braccio un “fagotto”.
Il giallo delle morti
Nella giornata di martedì 10 giugno, è previsto un nuovo sopralluogo a Villa Pamphili per approfondire ogni dettaglio. Le cause del decesso della donna, trovata coperta da un sacco, restano al momento incerte, non essendo stati rilevati segni di violenza evidenti.
Per la bambina, invece, una delle ipotesi investigative è che sia stata strangolata. Non si esclude che madre e figlia potessero vivere da qualche tempo all’interno del parco, in un giaciglio di fortuna.
Le prime ricostruzioni suggeriscono che la donna possa essere deceduta diversi giorni prima del ritrovamento, mentre la morte della piccola potrebbe risalire alla sera precedente. Intanto, le impronte dattiloscopiche della donna sono state inviate anche alle banche dati estere, in una corsa contro il tempo per dare un nome a queste vittime.
Villa Pamphili tra sicurezza e racconto urbano
Questa storia terribile, ancora avvolta nel mistero, ha scosso profondamente il quartiere e l’intera città. Villa Pamphili, un’oasi verde molto frequentata, è finita sotto i riflettori per un dramma impensabile. Chi conosce bene l’area ammette che, soprattutto d’estate e di notte, il parco può trasformarsi in un luogo di bivacchi e accampamenti.
Francesco Granese dell’associazione Amici di Villa Pamphili ha commentato: “Negli ultimi tempi meno, ma ci sono stati periodi di grandi campeggi notturni. Sicuramente, però, sono tutte persone che non vogliono attirare l’attenzione, si limitano a dormire e lavarsi nelle fontane“.
Il Municipio XII, attraverso le parole del suo presidente Elio Tommasetti, ha respinto con forza l’idea che Villa Pamphili sia una “terra di nessuno“: “Da cittadino respingo questa narrazione che va dietro alle dichiarazioni di alcuni esponenti politici di destra. Villa Pamphilj ha 180 ettari, è praticamente una riserva naturale regionale dentro la città, non facile da tenere sotto controllo, ma ogni giorno c’è una volante della polizia locale che fa un giro, c’è Risorse per Roma che apre e chiude i cancelli e fa anche un giro di perlustrazione. Inoltre, all’interno ci sono un teatro e due bistrot e abbiamo riaperto i bagni. Parliamo di un’area enorme, ma presidiata e vissuta“.
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