Mondo

Donald Trump entra nella battaglia di New York: così vuol fermare il socialista dem

Donald Trump è pronto a prendere il controllo della campagna elettorale di New York. Nella Grande Mela a novembre si vota per il nuovo sindaco e la corsa è quanto mai affollata, anche se per il momento spicca il socialista dem Zohran Mamdani. Il 33enne ha battuto l’ex governatore dello Stato Andrew Cuomo alle primarie del partito democratico nello giugno scorso. E da quel momento la politica cittadina e quella nazionale sono entrate in fibrillazione.

Trump prepara la contromossa contro Mamdani

Donald Trump in un primo momento ha attaccato frontalmente Mamdani per le sue proposte, come il congelamento degli affitti e l’aumento delle tasse ai più ricchi: “Non lascerò che un comunista lunatico distrugga New York”, ha detto a inizio luglio. Ma ora sta pensando di agire in prima persona, o quasi. Secondo una rivelazione del New York Times il presidente ha dato mandato ad alcuni uomini fidati di trovare opzioni per fermarlo, in particolare deputati repubblicani e uomini d’affari di New York.

Uno dei primi problemi è capire come gestire la ridda di candidati che corre per diventare sindaco. Oltre a Mamdani e Cuomo, ci sono anche il repubblicano Curtis Sliwa e il sindaco uscente Eric Adams, ex democratico che ha rotto con il suo partito dopo essersi avvicinato a Trump. Gli incaricati di Trump stanno lavorando per capire quale di questi può essere il candidato su cui puntare per fermare il radicale 33enne.

Mark Penn, in passato sondaggista per i coniugi Clinton, e Andrew Stein, ex membro del consiglio di New York e amico di lunga data del presidente, hanno spiegato al presidente che una serie di sondaggi mostrano come il più competitivo contro Mamdani sia Cuomo, che al momento sta correndo come indipendente. Lo stesso Penn ha collaborato con un super PAC, uno dei comitati elettorali che raccoglie fondi per i candidati, che ha appoggiato Cuomo durante le primarie. Che il tycoon possa convergere su Cuomo lo dimostrerebbe anche una telefonata tra i due avvenuta nelle ultime settimane. Il presidente ha negato, ma almeno tre fonti hanno detto al Times che la chiamata è avvenuta.

Trump, che ha costruito la sua fortuna proprio a New York, è molto preoccupato dell’avanzata di Mamdani e il suo eventuale intervento aumenterebbe la quota di imprevedibilità della contesa elettorale. Donatori e supporter di Cuomo e Adams da settimane chiedono a Trump di intervenire per chiudere la frattura tra gli anti-Mamdani trovando un nome comune sul quale far confluire soldi, comizi e supporto politico.

New York cambia volto: la destra avanza nei quartieri popolari

Eppure non tutti si uniscono al fronte anti-Mamdani, con politici e businessman che sembrano avere piani diversi. C’è infatti una fronda di repubblicani che vede di buon occhio la vittoria del socialista. Il suo successo elettorale, sostengono, può aiutare il Gop alle elezioni di metà mandato del 2026, dato che aiuterebbe il partito a presentare i democratici come una banda di socialisti radicali. Una mossa per mantenere, o guadagnare terreno, soprattutto tra moderati e indipendenti.

I miliardari della città non sono però allineati e per il momento Trump starebbe con loro, in particolare il mondo immobiliare. Il presidente e la sua famiglia hanno ancora molti investimenti in città; come lui anche moltissimi altri amici e alleati e tutti temono che se Mamdani diventasse sindaco tutto il mondo real estate subirebbe i colpi di tasse e affitti congelati.

Cuomo, Sliwa, Adams, Mamdani
I 4 candidati a sindaco di New York (Da sx a dx: Zohran Mamdani, Andrew Cuomo, Eric Adams, Curtis Sliwa)

Ma quale può essere l’impatto di Trump sulla campagna? New York è una città profondamente democratica e negli ultimi 80 anni ha votato per otto dem e solo tre repubblicani. In più uno degli strumenti più affilati del trumpismo, l’uso dei media conservatori per demolire gli avversari, potrebbe essere inefficace in un contesto liberal e con media molto forti come la Grande Mela.

New York cambia volto: la destra avanza nei quartieri popolari

Eppure da qualche tempo in città qualcosa è cambiato. L’anno scorso alle presidenziali che hanno incoronato Trump i numeri hanno mostrato un’avanzata della destra. Kamala Harris ha vinto la città con un margine di 37 punti, ma solo quattro anni prima Biden si era imposto con un vantaggio del 54% e nel 2016 Hillary Clinton addirittura del 63%. In sostanza in otto anni Trump ha recuperato quasi 30 punti. A premiare il tycoon i quartieri sud di Brooklyn, parti del Bronx e del Queens, e nello specifico ha guadagnato terreno tra migranti di origine cinese, ebrei ortodossi e comunità ispaniche.

Sid Rosenberg, storica voce radiofonica del mondo conservatore e supporter di Trump, non si fa illusioni e parlando al Times ha detto che la città non è esattamente accogliente per i supporter di Trump. Secondo il commentatore moderato Chris Cillizza l’ingresso di Trump nella contesa rischia di far vincere Mamdani perché trasformerebbe l’elezione nell’ennesimo referendum sul tycoon.

Intanto però il presidente intesse la sua tela. A metà luglio alla Casa Bianca ha incontrato il deputato newyorchese repubblicano Mike Lawler e con lui ha vagliato i profili di Sliwa, Cuomo e Adams. Scartato il repubblicano per poco feeling, Trump avrebbe detto di apprezzare l’attuale sindaco, ma anche di essere andato abbastanza d’accordo con Cuomo negli anni.

Trump, al momento, non ha ancora sciolto la riserva, ma l’incontro con Penn potrebbe smuovere le cose. I sondaggi pubblici al momento non sono molti, ma secondo la media di Decision Desk, Mamdani ha un vantaggio di 13,1 punti, 38,1% a 25%, Con Sliwa a 15 punti e Adams a 11,5.




Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »