Società

Donald Trump: «Avete visto come ride Kamala? È pazza». Ossia l’abc del sessismo, in una frase

Ormai «mandato da Dio» a salvare l’America, Dio che lo ha salvato dall’attentato del 13 luglio, un po’ «unto del Signore» per dirla con Berlusconi, Donald Trump è inarrestabile. Se i toni violenti di sempre e in particolare di questa campagna elettorale erano sotto gli occhi di tutti – insulti a Biden «truffatore», «peggiore presidente di sempre», «fallito» per citare i più moderati – con il ritiro di Biden dalla corsa e l’endorsement a Kamala Harris, non possono che peggiorare. E la cosa che colpisce, guardando i video dei comizi, non sono tante le sparate a cui Trump ci ha bellamente abituati, ma le risate in sottofondo, anche di molte donne che assistono. Questa sera inoltre il senatore repubblicano dell’Ohio, JD Vance, candidato alla vicepresidenza, farà il suo primo comizio da solo: doveva affrontare la controparte Harris ma invece andrà avanti da solo. «Il presidente Trump e io siamo pronti a salvare l’America, chiunque sia in cima alla lista democratica». Vedremo se userà gli stessi toni dell’ex presidente.

«Laughing Kamala»

Sabato 20 luglio, al primo comizio elettorale dopo il fallito attentato subìto il 13 luglio, dal palco di Gran Rapids, in Michigan, l’ex presidente e candidato repubblicano alle elezioni presidenziali ha attaccato la vicepresidente Kamala Harris, prevedendo che sarebbe stata la candidata numero uno da vagliare per i democratici. «Io la chiamo “laughing Kamala” (Kamala che ride, ndr). Avete visto come ride? È pazza», ha detto Trump, scrivendo l’abc del sessismo, se esistesse il manuale del perfetto sessista.

Il manuale del sessista

Innanzitutto la chiama solo per nome, Kamala, per sminuirla. Si dirà: chiamava anche il rivale Joe Biden solo Joe per sminuirlo. È vero. Ma in tutto il discorso non l’ha chiamata «Kamala Harris» in nessun momento, segno che l’intento sminuente sarà ancora più accentuato. Secondo: le ha già appioppato un soprannome. E non per qualcosa che ha detto o fatto (o avrebbe fatto, vedi il dare del «truffatore» a Biden) ma per un suo dettaglio fisico, del corpo. «Laughing Kamala» secondo Trump è pazza. Perché «Si può capire tanto da una risata», ha detto l’ex presidente. «Avete visto come ride? Kamala è pazza, è una fuori di testa». Terzo: il fatto che le donne, quando sono forti e esprimono opinioni, vengano subito tacciate di essere «pazze», «isteriche», «irrazionali», è un classico. Anche Nancy Pelosi, che Trump cita subito dopo, secondo lui è pazza, e anche lei ha un soprannome: «Crazy Nancy». Non solo: «si è rivoltata contro Biden come un cane», e scatta il paragone per deumanizzarla. E «Un linguaggio screditante e violento, a dir poco bestiale, deumanizzante, viene usato sempre nelle situazioni di violenza», ci ha insegnato l’attivista Carlotta Vagnoli.

Il «fattore donna» nella campagna elettorale

Come ha ben spiegato il femminista Jude Ellison S. Doyle, oggi uomo trans e non binario, è una storia che abbiamo già visto con Hillary Clinton nel 2016: lì il sessismo di Donald Trump era esploso, ma anche quello degli americani. «Hillary Clinton è stata sfortunata in molti modi: nei primi anni ’90 è diventata il simbolo della “nuova donna”, che lavorava fuori casa, che era ambiziosa, che aveva una carriera, che guadagnava più del marito, che manteneva il suo cognome da nubile», dice Doyle. «Quando si è presentata alle elezioni, ha davvero pagato il prezzo della rabbia degli elettori nei confronti del femminismo o delle donne. Kamala Harris è un’altra politica su cui le persone hanno critiche giuste e no».

Da «Cervello di gallina» a «Pocahontas»: tutti i modi in cui chiama le donne Trump

Donald Trump si è sempre espresso in modo sessista e misogino, in modo sistematico dal dopo-Clinton, definita «pazza» pure lei. Basti pensare a quello che ha detto sulle donne che lo hanno trascinato in tribunale, dalla scrittrice Jean Carroll alla pornostar Stormy Daniels, detta «horseface», faccia da cavallo, oppure le rivali politiche, come l’ex rivale repubblicana Nikky Haley «birdbrain», ossia «cervello di gallina», o Carly Fiorina, ex amministratore delegato di Hewlett-Packard e candidata presidenziale, di cui a un comizio ha detto: «Guarda quella faccia! Qualcuno voterebbe per quella? Puoi immaginare quella, la faccia del nostro prossimo presidente?». Poi ci sono le avversarie, oltre a Kamala Harris ad esempio la senatrice democratica Elizabeth Warren detta «Pocahontas» in riferimento alle sue affermazioni di discendenza nativa americana. Per non parlare di una serie di presentatrici Tv, su tutte Rosie O’Donnell, di cui ha detto: «Odio quella grassa faccia di maiale». Ancora una volta la «deumanizzazione» in gioco.


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »